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giovedì 23 Ottobre 2025

Corruzione INAIL Vibo Valentia: 15 persone al processo

L’azione della Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio di quindici individui, presuntamente coinvolti in un complesso sistema di corruzione e depravazione d’ufficio che ha infettato il funzionamento della Sede Provinciale dell’INAIL tra il 2016 e il 2020.
L’inchiesta, condotta sotto la direzione del Procuratore Camillo Falvo e coordinata dalla Sostituto Filomena Aliberti, svela un’organizzazione radicata che avrebbe manipolato il processo di gestione delle pratiche infortunistico-previdenziali, compromettendo l’integrità del sistema di welfare e sfruttando la vulnerabilità di cittadini e imprese.

Il nucleo dell’accusa si concentra sull’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere, strutturata attorno a ruoli specializzati e interconnessi.
Non si tratta, quindi, di episodi isolati di irregolarità, ma di un sistema deliberato volto a garantire esiti favorevoli in cambio di compensi illeciti, che includevano non solo somme di denaro, ma anche forme più opache come ricariche su carte prepagate e favori personali.
La ricostruzione della Procura evidenzia una sofisticata strategia operativa, che prevedeva la manipolazione di valutazioni mediche e amministrative, alterando il flusso naturale delle istruttorie e pregiudicando la corretta applicazione della normativa.

L’associazione, secondo le indagini, si avvaleva della collaborazione di intermediari che fungevano da ponte tra i richiedenti e i membri interni all’INAIL, medici disposti a compromessi e dipendenti pubblici con la capacità di influenzare il processo decisionale.

Le conseguenze di questo sistema, se confermate, avrebbero avuto un impatto significativo sulla gestione delle risorse pubbliche e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Si ipotizza che il gruppo criminale abbia agevolato l’ottenimento di liquidazioni indebite, l’aumento improprio dei punteggi di invalidità e l’assegnazione di indennità non spettanti, generando un danno economico e sociale di notevole entità.

L’inchiesta, nata da un’accurata analisi incrociata delle pratiche infortunistico-amministrative, mira ora a stabilire con certezza la sussistenza di un quadro corruttivo organizzato, distinguendolo da eventuali anomalie riconducibili a fattori casuali o a comportamenti individuali.

Spetterà al Giudice dell’Udienza Preliminare valutare attentamente le prove raccolte e decidere se accogliere o meno la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura.
L’udienza preliminare, fissata per l’11 dicembre, rappresenterà un momento cruciale per delineare i contorni della vicenda e per definire le responsabilità dei presunti protagonisti.
Gli indagati, attraverso i propri legali, hanno respinto con fermezza le accuse, ribadendo la propria presunta estraneità ai fatti e manifestando la volontà di dimostrare la propria innocenza attraverso un’attività difensiva rigorosa.

La vicenda, al di là dell’esito processuale, solleva interrogativi importanti sulla necessità di rafforzare i controlli e di promuovere una cultura della legalità all’interno delle istituzioni pubbliche, al fine di prevenire e reprimere qualsiasi forma di corruzione e di abuso di potere.

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