Il tessuto connettivo del crimine organizzato continua a rivelare le sue intricate dinamiche: i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Pasquale Forastefano, individuato come figura apicale della cosca Forastefano, unitamente a Nicola Abbruzzese e Domenico Massa, già rinchiusi per precedenti accuse.
L’emissione del provvedimento, disposta dal Giudice per le Indagini Preliminari distrettuale di Catanzaro su impulso della Direzione Distrettuale Antimafia, li ricostruisce come responsabili diretti dell’efferato omicidio di Giuseppe Gaetani, avvenuto a Cassano allo Ionio il 2 dicembre 2020.
L’accusa è gravissima: omicidio premeditato, aggravato dalle circostanze di un’esecuzione fredda e calcolata, e dalla finalità di rafforzare il potere mafioso della cosca.
A questa si aggiungono i reati di detenzione e porto abusivo di armi da guerra e comuni, strumenti che il trio avrebbe utilizzato per perpetrare il delitto e per intimidire il territorio.
Le indagini, condotte con metodo scientifico e meticolosità, hanno fatto luce su una vicenda complessa e cruenta.
Elementi decisivi sono le dichiarazioni rese da due collaboratori di giustizia, testimonianze che corroborano la ricostruzione degli investigatori e che incastrano i destinatari dell’ordinanza.
Giuseppe Gaetani, la vittima, emerge dal racconto investigativo come figura legata a Leonardo Portoraro, altro nome significativo nel panorama della ‘ndrangheta della Sibaritide, barbaramente assassinato il 6 giugno 2018 a Villapiana.
La vicinanza di Gaetani a Portoraro, un tempo percepito come uno dei boss della zona, suggerisce un intricato sistema di rapporti, rivalità e regolamenti di conti all’interno della criminalità organizzata.
L’omicidio di Gaetani, quindi, si configura non solo come un fatto di sangue isolato, ma come un tassello cruciale in una più ampia narrazione di potere, un’ulteriore riprova della pervasività e della resilienza delle organizzazioni criminali nel cuore della Calabria.
Le indagini proseguono, con l’obiettivo di ricostruire completamente la rete di complici e i moventi che hanno portato a questa tragica vicenda, e di portare a galla tutti i responsabili, contribuendo a smantellare il sistema mafioso e a tutelare la legalità.
Il caso solleva interrogativi profondi sul ruolo delle dinamiche interne alla ‘ndrangheta e sulla necessità di un impegno costante e coordinato per contrastare efficacemente il fenomeno mafioso.