Il riconoscimento legale di una bambina di due anni, nata da una coppia di madri a Cosenza, segna un punto di svolta significativo nel panorama dei diritti delle famiglie omogenitoriali in Italia. La piccola, figlia di Maria Ammirata e Melina Merli, unite in matrimonio ad Altomonte il 20 agosto 2021, è ora ufficialmente riconosciuta come figlia di entrambe le donne, grazie all’esecuzione, da parte del sindaco Franz Caruso, della sentenza n. 68 della Corte Costituzionale del 22 maggio 2023.La sentenza della Consulta ha demolito un ostacolo normativo che, fino ad allora, precludeva alla “madre intenzionale” – la compagna della madre biologica – il riconoscimento legale di genitorialità, anche in casi di procreazione medicalmente assistita all’estero, compiuta con il consenso informato e condiviso di entrambe le parti. Questo divieto, basato su una concezione restrittiva della famiglia e della filiazione, si è rivelato in contrasto con i principi di uguaglianza, non discriminazione e tutela dei diritti fondamentali del minore sanciti dalla Costituzione.L’annotazione sull’atto di nascita della bambina, che riconosce ufficialmente Maria Ammirata come madre intenzionale, apre un capitolo di speranza per molte altre coppie di donne che aspirano a formare una famiglia e ad avere figli. Tuttavia, il percorso non è ancora completo. Il prossimo passo, già in programma sotto la guida dell’avvocata Mariafrancesca Colistra, sarà l’ottenimento, tramite azione giudiziaria, del riconoscimento del cognome della madre intenzionale, un diritto fondamentale per l’identità della minore che la legge attuale continua a negare.L’esperienza di Maria e Melina sottolinea un’ingiustizia strutturale che colpisce non solo le coppie di donne, ma anche le coppie di uomini, che si trovano ad affrontare le stesse difficoltà nel riconoscimento legale della genitorialità. La loro battaglia non è quindi una questione di privilegio, ma una rivendicazione di equità e di civiltà giuridica. Si tratta di un impegno per garantire a ogni bambino, indipendentemente dalla forma della famiglia in cui nasce, il pieno riconoscimento dei propri diritti e la possibilità di sviluppare la propria identità in un ambiente di amore, stabilità e legalità. La vicenda, lungi dall’essere un evento isolato, rappresenta un monito per il legislatore e una chiamata all’azione per la società civile, affinché si promuova una legislazione inclusiva e rispettosa delle diverse forme di famiglia, ispirata ai valori di uguaglianza, solidarietà e rispetto dei diritti umani. La battaglia per la piena parità di diritti delle famiglie omogenitoriali è un tassello cruciale per una società più giusta e accogliente per tutti.
Cosenza, svolta storica: una bimba figlia di due madri legalmente riconosciuta.
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