domenica 14 Settembre 2025
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Catanzaro

Crollo a Lamezia: Angoscia e Incertezza tra le Macerie

Un’ondata di angoscia e incertezza avvolge la comunità di via Galluppi a Lamezia Terme, dove un secondo, drammatico crollo ha aggravato una situazione già precaria.
L’ala sinistra di un edificio, già provato da un primo cedimento il 2 settembre, si è ulteriormente disgregata, seppellendo sotto le macerie ricordi, oggetti di valore affettivo e documenti vitali appartenenti alla famiglia che ivi risiedeva.

La scena è un quadro di devastazione, un monito tangibile della fragilità delle strutture e della vulnerabilità umana di fronte a forze superiori.

L’episodio riaccende il dibattito sulla responsabilità e sulle tempistiche degli interventi necessari per garantire la sicurezza della zona.

Il sindaco Mario Murone, in un tentativo di gestire l’emergenza e prevenire ulteriori danni, aveva emesso un’ordinanza che imponeva ai sette proprietari degli immobili coinvolti di provvedere immediatamente alla messa in sicurezza dell’area.

Tale provvedimento, pur nell’ottica di tutelare l’incolumità pubblica e privata, ha suscitato un acceso confronto, evidenziando le complessità legate alla gestione di un patrimonio immobiliare spesso gravato da problematiche di natura giuridica, economica e tecnica.
L’ordinanza comunale, resa ancora più stringente dalle circostanze, prevedeva una serie di azioni obbligatorie: verifiche tecniche approfondite, interventi provvisionali urgenti e ristrutturazioni strutturali definitive, il tutto sotto la supervisione di professionisti abilitati e a carico esclusivo dei proprietari.

Il termine di 30 giorni per completare tali operazioni, sebbene apparentemente definito, si scontra con la complessità delle procedure burocratiche, la reperibilità dei materiali e la disponibilità di manodopera specializzata.

Parallelamente alle misure di prevenzione, è stato disposto lo sgombero preventivo degli abitanti e l’interdizione dell’accesso agli immobili per i proprietari non residenti, un atto necessario per garantire la sicurezza delle persone e scongiurare ulteriori rischi.

Le diciotto persone sfollate, attualmente ospitate in strutture alberghiere, vivono in uno stato di sospensione, tra la speranza di un futuro stabile e l’angoscia di non poter rientrare nelle proprie abitazioni.
L’inchiesta, avviata dalla Procura di Lamezia Terme a seguito del primo crollo, continua a indagare sulle possibili responsabilità, con il direttore dei lavori in corso e altri soggetti finora individuati come persone di interesse.
L’accusa ipotizza una serie di irregolarità nella pianificazione e nell’esecuzione degli interventi, sollevando interrogativi sulle procedure di controllo e sulla verifica della conformità delle opere.
La vigilanza delle forze dell’ordine, composta da polizia locale e vigili del fuoco, mantiene un perimetro di sicurezza rigoroso, impedendo l’accesso alla zona e garantendo la protezione dell’area a rischio.

L’episodio, lungi dall’essere un evento isolato, rappresenta un campanello d’allarme sulla necessità di un controllo più stringente sulla sicurezza degli edifici, una riflessione profonda sulle responsabilità di chi progetta, costruisce e gestisce il patrimonio immobiliare, e un impegno concreto per garantire la dignità e la sicurezza delle persone che vi risiedono.

L’urgenza di una soluzione duratura si fa sentire, alimentando la speranza che la comunità di via Galluppi possa presto ritrovare stabilità e serenità.

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