Un’operazione giudiziaria ha disvelato un sofisticato sistema di frode documentale con epicentro ad Acri, coinvolgendo un 52enne, figura professionale operante in un patronato, e potenzialmente centinaia di persone tra beneficiari e complici.
L’indagine, protrattasi per tre anni e focalizzata sulla provincia di Cosenza, ha portato agli arresti domiciliari dell’uomo e all’esecuzione di perquisizioni che hanno fatto emergere un ingente patrimonio, la cui quantificazione è ancora in corso.
Il nucleo dell’organizzazione risiedeva nella creazione artificiale di documentazione sanitaria.
Tali falsi documenti, abilmente confezionati per simulare l’emissione da strutture sanitarie pubbliche, anche al di fuori della regione Calabria, venivano strategicamente allegati a ricorsi presentati al Tribunale civile di Cosenza, sezione lavoro.
L’obiettivo era quello di manipolare le valutazioni del perito nominato dal giudice, inducendolo a riconoscere condizioni di invalidità e a determinare l’assegnazione di indennità previdenziali e assistenziali, come l’invalidità civile e l’indennità di accompagnamento.
Le accuse mosse all’indagato sono di gravità considerevole: falso materiale commesso in atto pubblico da privato, frode processuale e falsa perizia per induzione, tutte finalizzate all’ottenimento illegittimo di risorse pubbliche destinate a tutela dei soggetti vulnerabili.
L’azione giudiziaria ha previsto anche un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, quantificato in 1.554.763,94 euro, per coprire l’ammontare delle prestazioni indebitamente percepite.
L’inchiesta ha portato alla luce un’ampia rete di persone coinvolte: oltre cento indagati e almeno quindici ricorsi in cui sono state presentate le documentazioni contraffatte.
In alcuni casi, le incongruenze sono state rilevate durante il processo, portando alla segnalazione degli atti alla Procura della Repubblica.
Il procuratore di Cosenza, Vincenzo Capomolla, ha descritto il sistema come “collaudato”, sottolineando la sua finalità di elusione delle normative previdenziali e assistenziali.
L’indagine è tuttora in corso, volta a identificare tutti i beneficiari delle prestazioni illecite e a ricostruire le dinamiche interne all’organizzazione, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori abusi e di garantire la corretta destinazione delle risorse pubbliche.
L’operazione mette in luce una profonda vulnerabilità del sistema di controllo e la necessità di rafforzare le misure di prevenzione e di contrasto a fenomeni di frode che danneggiano l’erario e compromettono l’equità del sistema di welfare.








