Un episodio drammatico ha scosso questa mattina la struttura penitenziaria di Paola, mettendo a dura prova la resilienza e l’efficienza del personale di custodia.
Un detenuto affetto da disturbi psichiatrici, all’interno della sua cella, ha innescato un incendio che ha rapidamente generato una densa e pericolosa nube di fumo, estendendosi oltre i confini della sua detenzione.
L’intervento immediato e coordinato dei Vigili del Fuoco e del personale penitenziario, equipaggiato con dispositivi di protezione individuale, si è rivelato cruciale per contenere le fiamme e garantire la sicurezza dell’intera struttura.
La complessità dell’operazione di soccorso è stata aggravata dal comportamento non collaborativo del detenuto, che ha ostacolato attivamente le azioni volte a portarlo in salvo, manifestando una chiara resistenza all’evacuazione.
Questo scenario evidenzia, ancora una volta, la delicatezza e la criticità della gestione dei detenuti con problematiche psichiatriche all’interno del sistema carcerario, un tema che richiede un’attenzione costante e soluzioni strutturali a lungo termine.
Il segretario generale aggiunto del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), Giovanni Battista Durante, e il segretario regionale Francesco Ciccone, hanno sottolineato, in una nota ufficiale, la professionalità, il senso di responsabilità e la prontezza di riflessi dimostrati da tutto il personale penitenziario.
Grazie alla loro dedizione, tutti i detenuti sono stati evacuati e messi in sicurezza, evitando conseguenze più gravi.
Un agente, purtroppo, ha riportato una contusione, diagnosticata come guaribile in circa una settimana dai medici dell’ospedale locale, a testimonianza del rischio concreto a cui sono quotidianamente esposti gli operatori di custodia.
L’evento riapre un dibattito urgente e imprescindibile sulla necessità di un intervento legislativo che affronti la questione degli ospedali psichiatrici giudiziari.
La sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2022 ha evidenziato la necessità di una revisione della normativa vigente, che, con la chiusura di tali strutture, ha determinato un aumento considerevole del numero di persone con disturbi mentali all’interno delle carceri.
Questa situazione non solo appesantisce il lavoro del personale penitenziario, ma depriva i detenuti di un adeguato percorso di cura e riabilitazione, compromettendo la loro reintegrazione sociale.
L’appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è un monito a dare priorità a una riforma che riconosca la specificità delle esigenze dei detenuti psichiatrici, garantendo loro un trattamento adeguato e un percorso di cura personalizzato, in linea con gli standard di dignità umana e di tutela della salute mentale.