Inchiesta Ostro: Sotto Assedio il Basso Jonio, 57 Rinvii a Giudizio

L’inchiesta “Ostro”, condotta dalla DDA di Catanzaro, si configura come un’operazione di ampio respiro volta a smantellare la ramificata organizzazione criminale dei Gallace di Guardavalle, infiltrata profondamente nel tessuto socio-economico e politico del Basso Jonio catanzarese.
Il provvedimento di rinvio a giudizio che coinvolge ben 57 individui, rappresenta un capitolo cruciale nella lotta alla criminalità organizzata e mette in luce le sue dinamiche più insidiose, che spaziano dalla gestione illecita di appalti alla manipolazione del voto.

Le accuse mosse agli imputati sono estremamente gravose e delineano un quadro di potere consolidato, basato su una rete di relazioni corrotte e intimidazioni.

Oltre ai capi d’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso e concorso esterno, emergono condotte gravissime come il voto di scambio politico-mafioso, che rivela un patto aberrante tra esponenti politici e mafiosi per garantire favori e posizioni di potere.

Le accuse di estorsione, minacce, procurata inosservanza di pena, trasferimento fraudolento di beni e reati in materia di armi, testimoniano la pervasività del controllo criminale e la sua capacità di influenzare e condizionare l’ordinario svolgimento della vita pubblica.

Particolare rilevanza assume la ricostruzione relativa alla detenzione e allo spaccio di stupefacenti, elemento che contribuisce a finanziare le attività illecite dell’organizzazione.
L’accusa ha delineato un sistema di controllo capillare e soffocante sul territorio, supportato da un arsenale ingente, con l’importazione di armi da guerra, inclusi fucili, provenienti dalla Serbia e dal Montenegro, a dimostrazione della capacità di ottenere risorse logistiche e finanziarie a livello transnazionale.

Il gruppo criminale, guidato da Antonio Paparo, ha presumibilmente condizionato le elezioni amministrative di Badolato nel 2021, attraverso un accordo illecito che ha visto coinvolti il sindaco Nicola Parretta e il vicesindaco Ernesto Maria Menniti.
Secondo le indagini, tale patto ha garantito la vittoria di Parretta e ha permesso a Paparo di inserirsi nelle attività dell’ente locale, culminando nella nomina del figlio Maicol a presidente del Consiglio comunale, una posizione di potere che ha rafforzato ulteriormente l’influenza dell’organizzazione.

L’operazione “Ostro” non solo mira a perseguire penalmente i responsabili dei reati contestati, ma anche a restituire la legalità e la fiducia dei cittadini nel sistema democratico.
Le parti offese, oltre allo Stato e al Comune di Badolato, sono sei persone fisiche, le cui storie di intimidazione e sfruttamento testimoniano la profonda ferita inferta dalla criminalità organizzata.

La fissazione dell’udienza preliminare per il prossimo 9 gennaio segna l’inizio di un processo complesso e delicato, che si preannuncia cruciale per il futuro del territorio e per la lotta alla mafia in Calabria.
L’inchiesta solleva interrogativi fondamentali sulla fragilità delle istituzioni locali e sulla necessità di rafforzare i meccanismi di controllo e trasparenza per prevenire infiltrazioni criminali e garantire un futuro basato sulla legalità e sullo sviluppo sostenibile.

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