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venerdì 14 Novembre 2025

Inchiesta Penalty: Frode Sportiva, Arbitri Corrotti e Scommesse Illecite

L’inchiesta “Penalty” ha portato alla luce un intricato schema di frode sportiva, svelando come un gruppo criminale, animato dalla brama di profitto, abbia tentato di manipolare il mondo del calcio giovanile e, potenzialmente, anche i campionati professionistici.
A illustrare i dettagli dell’indagine, il procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Borrelli, ha evidenziato come l’epicentro di questa attività illecita si concentrasse attorno alla figura di Luigi Catanoso, un arbitro coinvolto in un progetto volto all’alterazione deliberata dei risultati calcistici.
Le indagini, condotte in sinergia con la Procura Federale Sportiva e la Procura della Repubblica di Firenze, hanno fatto luce su un sistema complesso, costruito sull’analisi meticolosa del traffico telefonico e sull’adozione di tecniche investigative avanzate.

Il nucleo centrale dell’operazione prevedeva la manipolazione di partite, in particolare nei settori giovanili (Primavera e Primavera Under-19), con l’obiettivo di generare profitti illeciti attraverso scommesse clandestine.

L’inchiesta ha rivelato un’interconnessione tra soggetti calabresi e toscani.

Questi ultimi, in qualità di finanziatori, fornivano i capitali necessari e gestivano i flussi di denaro attraverso la creazione di conti gioco fittizi, intestati a prestanome.
Questo sistema, volto a eludere i controlli e a riciclare il denaro sporco, dimostra una certa sofisticazione nell’organizzazione criminale.

Nonostante i primi accertamenti, al momento non è emerso un coinvolgimento diretto di organizzazioni criminali strutturate e con ramificazioni internazionali, pur non escludendo questa eventualità in futuro.
Il punto di partenza delle indagini è stato un’allarmante anomalia rilevata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, riguardante un significativo volume di scommesse sull’incontro Benevento-Cesena, valido per il campionato di Primavera 2 e arbitrato dallo stesso Luigi Catanoso.
L’importo complessivo delle giocate, pari a circa 41.000 euro, presentava una concentrazione eccessiva di scommesse a favore del Benevento, suggerendo una manipolazione del risultato.

Queste scommesse provenivano prevalentemente da località calabresi, come Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi Marina e Reggio Calabria, indicando una rete locale di corruzione e collusione.

Il meccanismo fraudolento si basava sulla “corruzione” di arbitri, spinti ad agire in modo da influenzare l’esito delle partite a favore di determinate squadre.
Questo sistema di corruzione e manipolazione, oltre a minare l’integrità dello sport, rappresenta un grave affare per la legalità e la sportività.

Le indagini proseguono per accertare la piena estensione del sistema e identificare tutti i responsabili coinvolti.

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