Un’ombra di violenza e vandalismo ha colpito Lamezia Terme, culminando nell’arresto di un diciassettenne accusato di una spirale di reati che si estende su diversi mesi e ha lasciato una scia di danni ingenti.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal giudice per i minorenni del Tribunale di Catanzaro e resa esecutiva dai Carabinieri, suggella un’indagine complessa e meticolosa, frutto di un’analisi estensiva di oltre duecento ore di immagini di videosorveglianza.
Il giovane è sospettato di aver perpetrato, in una sola notte, un’escalation di atti distruttivi, tra cui un devastante incendio che ha consumato sei autovetture e un ciclomotore in viale Primo Maggio, un episodio che ha immediatamente scosso la comunità locale.
Parallelamente, gli investigatori lo ritengono responsabile del furto di un’autovettura parcheggiata in via XX Settembre, utilizzata poi come strumento di ulteriore devastazione: la fuga a bordo del veicolo rubato ha lasciato dietro di sé un bilancio di danni che include arredi urbani irrimediabilmente danneggiati, panchine distrutte, aiuole e arbusti calpestati.
L’attività d’indagine, protrattasi nel tempo, ha ricostruito una rete di azioni criminali che si collocano anche nella notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo 2025.
In quell’occasione, il minorenne, presumibilmente in concorso con un altro coetaneo, già individuato e sottoposto a misura cautelare, avrebbe preso di mira ventisette autovetture in sosta, perpetrando furti aggravati e atti vandalici.
L’operazione ha richiesto un notevole sforzo investigativo.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Lamezia Terme hanno scandagliato i filmati provenienti da ben quarantacinque apparati di videosorveglianza, sia pubblici che privati, setacciandoli per più di centottanta ore.
La svolta decisiva è arrivata dopo l’incendio del 6 luglio, con l’analisi di ulteriori trenta ore di riprese provenienti da quindici ulteriori sistemi di sorveglianza.
Oltre all’analisi visiva, gli investigatori hanno sfruttato sofisticati strumenti tecnici, ricostruendo i movimenti del giovane attraverso l’esame dei tabulati telefonici, creando una sorta di “pedinamento elettronico” che ha permesso di tracciare i suoi spostamenti nelle ore cruciali dell’indagine.
Questa ricostruzione, abbinata a una revisione approfondita dei filmati raccolti in precedenza, ha fornito gli elementi decisivi per l’identificazione e l’arresto.
L’inchiesta, tuttora in corso, mira a chiarire la dinamica completa degli eventi e a individuare eventuali complici, gettando luce sulle motivazioni alla base di una serie di atti che hanno profondamente turbato la tranquillità della città.






