La pioggia, insistente e battente, non ha scalfito la determinazione di una comunità intera.
A Messina, la manifestazione contro la costruzione del ponte sullo Stretto ha rappresentato un’onda di partecipazione popolare senza precedenti, un segnale tangibile della profonda preoccupazione che serpeggia tra i cittadini.
Le stime parlano di quindicimila persone, un numero che gli organizzatori definiscono un dato storico, un record che testimonia la forza di un dissenso radicato.
La colonna di manifestanti, un fiume umano sotto il cielo plumbeo, ha attraversato le vie della città per convergere in Piazza Duomo, cuore pulsante dell’evento.
Qui, un comizio vibrante ha raccolto l’eco delle voci dei partecipanti, culminando con l’intervento di Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, il cui sostegno politico ha amplificato il messaggio di opposizione al progetto infrastrutturale.
“Ringraziamo i quindicimila coraggiosi che hanno risposto all’appello,” ha dichiarato Pietro Patti, segretario provinciale della CGIL, sottolineando l’importanza della mobilitazione collettiva.
Le sue parole non sono solo un riconoscimento della partecipazione, ma anche un monito: la battaglia è lungi dall’essere conclusa.
Daniele Ialacqua, esponente del comitato No Ponte – Capo Peloro, ha riaffermato con fermezza l’impegno del movimento.
Il suo intervento ha evidenziato le profonde criticità del progetto, non limitandosi alla mera opposizione, ma proponendo una visione alternativa di sviluppo sostenibile per la regione.
L’attenzione non è focalizzata unicamente sulla questione del ponte in sé, ma verte su un dibattito più ampio riguardante le priorità di investimento, la destinazione delle risorse pubbliche e la reale necessità di un’opera mastodontica, in un contesto di fragilità economica e ambientale.
La manifestazione, oltre ad essere un atto di protesta, si configura come un momento di riflessione e confronto.
Le domande sollevate riguardano l’impatto ambientale del progetto, la sua reale utilità in termini di sviluppo economico e sociale, la trasparenza delle procedure decisionali e la partecipazione dei cittadini al processo di pianificazione.
L’opposizione al ponte non è solo una questione infrastrutturale, ma un simbolo della volontà di un territorio di riappropriarsi del proprio futuro, di definire autonomamente le proprie priorità e di contrastare decisioni imposte dall’alto, senza un adeguato coinvolgimento della comunità locale.
La pioggia, paradossalmente, ha contribuito a rafforzare il senso di unità e la determinazione a portare avanti questa battaglia per la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale dello Stretto di Messina.






