domenica 14 Settembre 2025
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Minacce a giornalista: allarme libertà di stampa nell’era digitale.

La vicenda che coinvolge Elisa Barresi, giornalista de LaC e vicedirettore di Il Reggino, solleva interrogativi profondi sulla libertà di stampa e la sicurezza dei professionisti dell’informazione in un’epoca segnata dalla pervasività dei social media e dalla loro potenziale strumentalizzazione a fini intimidatori.
La denuncia presentata alla Polizia Postale e alla Questura di Reggio Calabria non è un episodio isolato, ma un sintomo preoccupante di un clima di crescente aggressività e di una pericolosa erosione dei confini tra critica giornalistica e violenza verbale, culminata in minacce di morte.

L’evento precipuitante è stato un contatto via Instagram ricevuto il 22 agosto.
La modalità scelta dall’aggressore, attraverso un profilo fasullo, è sintomatica della volontà di celare l’identità e di agire nell’ombra, sfruttando l’anonimato offerto dalle piattaforme digitali.

L’elaborazione manipolatoria di immagini – foto della giornalista “incollate” su scatti di loculi cimiteriali – testimonia una premeditazione inquietante e un intento deliberato di terrorizzare la vittima.

La reiterata ricerca di contatto personale, inoltre, suggerisce una strategia volta a creare un senso di costante sorveglianza e disagio.

Questo attacco, che va ben oltre una semplice critica, rappresenta un tentativo di silenziamento e un’intimidazione volta a limitare la libertà di inchiesta e di espressione di una voce giornalistica.
La professione giornalistica, intrinsecamente legata alla ricerca della verità e alla denuncia di illegalità, spesso espone i suoi esponenti a rischi e pressioni.

La gravità della situazione risiede nel fatto che l’aggressore ha utilizzato strumenti digitali per creare un clima di paura e insicurezza, minando la possibilità stessa di esercitare la professione giornalistica in maniera libera e indipendente.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, si concentrano ora sulla ricostruzione della filiera delle comunicazioni, sull’identificazione del responsabile e sulla ricostruzione del contesto che ha portato a questo atto intimidatorio.
È fondamentale che le forze dell’ordine e le istituzioni tutelino attivamente i giornalisti, garantendo loro protezione e sostegno, e che si intensifichi l’impegno a contrastare l’uso improprio dei social media come strumenti di minaccia e violenza, promuovendo al contempo una cultura digitale responsabile e consapevole.

La tutela della libertà di stampa è un pilastro fondamentale per la democrazia, e la protezione dei giornalisti è un dovere imprescindibile per ogni società che si dichiara civile.

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