lunedì 29 Settembre 2025
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Naufraghi a Roccella: 125 vite salvate nel Mediterraneo

L’alba ha illuminato il porto di Roccella Jonica con l’arrivo di 125 persone, un flusso umano proveniente da un viaggio disperato attraverso il Mediterraneo.

L’operazione di soccorso, meticolosamente coordinata tra la Guardia Costiera e la Sezione Navale della Guardia di Finanza, ha portato a termine una complessa manovra di salvataggio, siglando un nuovo capitolo nella cronaca dei flussi migratori che interessano le coste calabresi.

I naufraghi, in gran parte di origine afgana e iraniana, avevano intrapreso la traversata circa cinque giorni prima, affidandosi alla precarietà di una barca a vela di modeste dimensioni, poco più di dodici metri.
La distanza dalla costa calabrese, stimata in quarantamila miglia, sottolinea la vastità del rischio affrontato e la determinazione a lasciare i propri paesi d’origine, spinti da conflitti, povertà e disperazione.

Tra i 125 sbarcati, spiccano figure vulnerabili: 33 donne, molte delle quali madri, e 19 minori, una realtà che amplifica l’urgenza di un’accoglienza dignitosa e di un’assistenza adeguata.
Particolarmente delicata è la condizione di 16 minori non accompagnati, bambini strappati dalle loro famiglie e costretti a un viaggio traumatico verso un futuro incerto.
Questo sbarco si inserisce in un contesto più ampio, segnando il sedicesimo arrivo di migranti nello scalo portuale reggino negli ultimi cinque mesi.

Un dato che testimonia l’intensità dei flussi migratori che interessano il Mediterraneo e la complessità delle sfide che attendono le comunità costiere.

La procedura di sbarco, improntata alla massima cautela, ha previsto il trasferimento dei naufraghi dalla barca a una motovedetta della Guardia Costiera, una misura necessaria per garantire la sicurezza di tutti.

Successivamente, sono stati condotti al porto di Roccella Jonica, dove un team multidisciplinare composto da forze dell’ordine e personale medico dell’Azienda Sanitaria Reggina ha effettuato i primi controlli sanitari e amministrativi.

L’accoglienza è stata affidata ai volontari della Croce Rossa, che hanno provveduto a sistemare i profughi nel Centro di Prima Accoglienza e Soccorso, un luogo temporaneo destinato a fornire un minimo di conforto e assistenza.
L’evento solleva interrogativi profondi sulle cause che spingono queste persone a intraprendere viaggi così pericolosi e sulla necessità di trovare soluzioni strutturali per affrontare il fenomeno migratorio, che richiede un approccio globale e umano, fondato sulla cooperazione internazionale e sulla tutela dei diritti fondamentali.
Il futuro di queste persone è incerto, ma l’accoglienza e l’assistenza di cui hanno bisogno rappresentano un imperativo morale e un’opportunità per costruire ponti di solidarietà e comprensione.

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