martedì 9 Settembre 2025
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Pellet, truffe online e crisi: indagine svela una rete di imbrogli

L’autunno del 2022 ha segnato un punto di svolta per molti italiani, non solo per l’inizio del conflitto in Ucraina e le sue drammatiche conseguenze geopolitiche, ma anche per l’impennata senza precedenti del prezzo del pellet.
Questo combustibile, tradizionalmente un pilastro del riscaldamento domestico in numerose regioni, vide il suo valore raddoppiare in un contesto già provato dalle restrizioni pandemiche che avevano alterato le catene di approvvigionamento globali e acuito le fragilità economiche delle famiglie.

Di fronte a questa emergenza, un numero crescente di consumatori si è rivolto all’e-commerce, alla ricerca di soluzioni più convenienti per affrontare l’imminente stagione invernale.

Questa migrazione verso l’acquisto online, pur essendo comprensibile e motivata dalla necessità, ha paradossalmente creato un terreno fertile per attività fraudolente.

È in questo scenario che la Sezione operativa per la sicurezza cibernetica di Crotone, sensibile alle crescenti segnalazioni di utenti truffati, ha avviato un’indagine proattiva.
Un’indagine che, dopo un’accurata ricostruzione degli eventi e una meticolosa analisi delle tracce digitali, ha portato alla conclusione delle indagini preliminari nei confronti di quattro individui residenti a Crotone, accusati di ventisei truffe online perpetrate in un arco temporale ristretto, meno di dieci giorni tra fine settembre e inizio ottobre del 2022.

Il danno complessivo arrecato alle vittime, distinte ma connesse tramite il medesimo schema fraudolento, ha superato i quindicimila euro.
Secondo l’accusa, i presunti truffatori avevano orchestrato un sistema sofisticato basato sulla creazione di quattro siti web appositamente realizzati, presentati con un’immagine di professionalità e affidabilità.
La promozione di questi siti avveniva attraverso campagne pubblicitarie mirate sui social media, sfruttando la disperazione e l’urgenza degli utenti in cerca di pellet a prezzi vantaggiosi.
La strategia era volta a ingannare potenziali acquirenti, offrendo prodotti apparentemente di alta qualità a costi inferiori rispetto a quelli praticati sul mercato.
L’operazione investigativa, condotta sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Domenico Guarascio, ha impiegato tecniche avanzate di analisi forense digitale e tracciamento finanziario.

Gli investigatori hanno ricostruito con precisione ogni singolo episodio fraudolento, seguendo il flusso dei pagamenti e identificando le connessioni tra i diversi siti web e i presunti responsabili.

L’indagine ha evidenziato come la combinazione di una crisi energetica, la crescente dipendenza dal commercio online e la scarsa consapevolezza dei rischi legati agli acquisti digitali abbia favorito l’operatività di questa organizzazione criminale.
L’episodio solleva interrogativi cruciali sulla necessità di rafforzare la tutela dei consumatori nell’ambiente digitale e di promuovere una cultura di sicurezza informatica più diffusa.

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