Un ingente patrimonio, stimato in quattro milioni e trecentomila euro, è stato intercettato e sottoposto a sequestro preventivo dalla Guardia di Finanza, colpendo tre individui sospettati di mantenere stretti legami con la cosca Arena, un’organizzazione criminale radicata nel territorio di Isola Capo Rizzuto, provincia di Crotonne, facente parte della più ampia rete della ‘ndrangheta.L’azione, mirata a prosciugare le risorse economiche utilizzate per attività illecite, ha interessato Antonio Poerio, 54 anni, Pasquale Poerio, 51 anni, e Angelo Muraca, 66 anni. Il provvedimento di sequestro, emesso dalla sezione specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro, a seguito di un’approfondita indagine condotta dalla Distrettuale Antimafia (DDA), rappresenta un significativo passo avanti nella lotta contro il riciclaggio di capitali sporchi e il finanziamento della criminalità organizzata.Il complesso di beni sequestrati è eterogeneo e riflette la sofisticata capacità degli indagati di occultare la provenienza illecita dei proventi. Si tratta di 23 unità immobiliari, comprendenti abitazioni, locali commerciali e terreni agricoli, unitamente a 24 appezzamenti di terreno di varie dimensioni, quote societarie detenute in aziende operanti in settori diversi, e una ditta individuale, segno di un’attività imprenditoriale presumibilmente funzionale al riciclaggio.L’esecuzione del sequestro è stata orchestrata congiuntamente dai finanzieri del Servizio Centrale di Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) e dal Comando Provinciale di Catanzaro, testimoniando la collaborazione sinergica tra diverse articolazioni del corpo delle forze dell’ordine nella lotta alla criminalità organizzata.I tre destinatari del provvedimento, già noti alle autorità giudiziarie, erano stati precedentemente coinvolti nel 2017 nell’operazione “Jonny”, un’indagine di ampio respiro coordinata dalla DDA di Catanzaro, che aveva portato alla luce una complessa rete di relazioni e attività criminali. Il presente sequestro rappresenta un’ulteriore conseguenza delle indagini pregresse e dimostra la determinazione delle autorità a perseguire e confiscare i beni derivanti da attività illecite, privando la cosca Arena di risorse finanziarie essenziali per la prosecuzione delle sue attività criminali e colpendo duramente la sua capacità operativa nel territorio. La confisca definitiva, qualora il procedimento penale lo confermi, rappresenterebbe un contributo significativo alla giustizia e un messaggio chiaro a tutti coloro che cercano di sfruttare il territorio per fini illeciti.
Sequestrati 4,3 milioni alla cosca Arena: duro colpo alla ‘ndrangheta
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