mercoledì 10 Settembre 2025
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Sequestri impianti depurazione: allarme ambientale nel Cosentino

L’azione decisa delle autorità, con il coinvolgimento della Guardia Costiera e dell’Arma dei Carabinieri, ha portato al sequestro degli impianti di depurazione di Diamante e Cetraro, infrastrutture affidate a società private in regime di gestione delegata.

Il provvedimento, disposto dalla Procura della Repubblica di Paola, si inserisce in un quadro allarmante che vede l’accumularsi di criticità ambientali nel Tirreno cosentino.
Si tratta del quinto impianto oggetto di simile misura restrittiva in un breve intervallo di tempo.
Precedentemente, erano stati interrotti i processi operativi degli impianti di Cetraro, Fuscaldo e Verbicaro, evidenziando una problematica sistemica che investe diverse località costiere.

Le indagini preliminari, formalmente avviate a seguito di segnalazioni provenienti dalla Regione Calabria, si sono basate sulle analisi rigorose e dettagliate condotte dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Calabria (Arpacal).
I dati emersi dalle verifiche hanno rivelato una serie di anomalie significative nella qualità delle acque reflue rilasciate negli ecosistemi circostanti.
Il Procuratore della Repubblica di Paola, Domenico Fiordalisi, ha sottolineato l’esistenza di un denominatore comune che lega le azioni di sequestro: una profonda carenza di efficienza nei trattamenti depurativi.
Questa inefficienza si traduce in un impatto negativo e potenzialmente irreversibile sull’ambiente, con conseguenze dirette sulla salute dei corsi d’acqua, sulla qualità delle acque marine e, in ultima analisi, sulla biodiversità dell’ecosistema tirrenico.
La persistenza di questo problema solleva interrogativi sulla corretta applicazione delle normative ambientali e sulla responsabilità delle strutture coinvolte nella gestione dei servizi pubblici essenziali.
Al momento, i soggetti responsabili della gestione degli impianti sequestrati sono stati sottoposti a indagine e risultano iscritti nel registro degli indagati, in attesa di ulteriori accertamenti volti a chiarire le dinamiche che hanno portato a queste gravi irregolarità e a quantificare le responsabilità individuali e organizzative.

L’azione della Procura, unitamente alle indagini in corso, mira a garantire il ripristino dell’equilibrio ambientale e a tutelare la salute pubblica, perseguendo i colpevoli di negligenza e violazione delle normative vigenti.
L’evento ha acceso un dibattito pubblico urgente sulla necessità di una revisione dei sistemi di controllo e di affidamento dei servizi ambientali nel territorio calabrese.

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