martedì 12 Agosto 2025
34.9 C
Catanzaro

Sequestro dell’impianto di depurazione: inquinamento a Verbicaro

La Procura della Repubblica di Paola, sotto la direzione del magistrato Domenico Fiordalisi, ha disposto un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza particolarmente significativo: l’impianto di depurazione comunale di Verbicaro, in provincia di Cosenza, è stato temporaneamente sottratto alla disponibilità del gestore.

Questa misura drastica, dettata da una profonda preoccupazione per la salvaguardia del territorio e della salute pubblica, emerge da un’articolata indagine che ha evidenziato criticità strutturali e gestionali di gravità allarmante.
Le verifiche condotte dagli inquirenti hanno rivelato una serie di disfunzioni che hanno compromesso in modo significativo l’efficacia del processo depurativo.
Piuttosto che essere trattati e adeguatamente purificati, i reflui fognari venivano riversati direttamente nel torrente San Pietro, un corso d’acqua che si getta poi nel fiume Abatemarco e, infine, nel Mar Tirreno, precisamente nella zona di Santa Maria del Cedro.

Questo percorso di contaminazione non solo ha impattato sulla qualità delle acque dolci, ma ha generato un rischio concreto per l’ecosistema marino e per le attività economiche legate al settore ittico e turistico.
L’atto di iscrizione nel registro degli indagati, rivolto a una figura chiave nella gestione dell’impianto, riflette l’accusa di aver commesso i reati di getto pericoloso di cose e inquinamento ambientale, reati che presuppongono una responsabilità penale legata all’impatto negativo sull’ambiente.
La gravità della situazione è sottolineata dal fatto che il sequestro preventivo non è una misura ordinaria, ma un intervento urgente, giustificato dalla necessità imperativa di scongiurare un peggioramento ulteriore della situazione e di evitare che il gestore, mantenendo il controllo sull’impianto, potesse perpetrare ulteriori danni irreparabili.

Il provvedimento di sequestro, sottoposto ora a convalida da parte dell’autorità giudiziaria, mira a garantire la sospensione immediata delle attività depurative inadeguate e a preservare l’integrità ambientale del territorio.

Si tratta di un campanello d’allarme che solleva interrogativi cruciali sulla sorveglianza e il controllo degli impianti di depurazione, sulla necessità di investimenti mirati al potenziamento delle infrastrutture e sulla responsabilità degli enti pubblici e dei privati coinvolti nella gestione del ciclo idrico integrato.
L’indagine, ora in una fase delicata, potrebbe portare alla luce ulteriori elementi utili a chiarire le dinamiche che hanno portato a questo scenario di grave degrado ambientale, mettendo in luce potenziali responsabilità a diversi livelli e rafforzando l’esigenza di un approccio più rigoroso e proattivo nella tutela del patrimonio naturale e della salute dei cittadini.

Il futuro dell’impianto, e del territorio che lo circonda, dipenderà ora dalle decisioni dell’autorità giudiziaria e dall’avvio di interventi correttivi strutturali e gestionali che garantiscano la piena funzionalità e l’efficacia della depurazione.

Author:

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -