sabato 2 Agosto 2025
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Catanzaro

Soccorso in mare: salvate 73 persone al largo di Crotone

Nel cuore del Mediterraneo, a circa trenta miglia al largo di Capo Rizzuto, un’emergenza umanitaria si è dipanata, richiedendo un complesso intervento di soccorso.
La Guardia Costiera di Crotone è stata mobilitata dopo un allarme che segnalava una imbarcazione a vela in precarie condizioni, solcata da un carico fragile di umane speranze.
La motovedetta Cp 311, risponde prontamente alla chiamata, incrociando la barca in difficoltà nel tardo pomeriggio, in un contesto ambientale tutt’altro che benigno.

Vento impetuoso, proveniente da sud, creava un mare agitato, classificato come forza 6 sulla scala di Beaufort, complicando le operazioni di abbordaggio.

La situazione richiedeva precisione e tempismo, elementi cruciali in un contesto di potenziale pericolo.

Un prezioso supporto è giunto da un peschereccio d’altura, che si è offerto di fungere da “ridosso”, mitigando l’effetto delle onde e garantendo una maggiore stabilità per le squadre di soccorso.
Questa collaborazione, un esempio di solidarietà tra professionisti del mare, ha contribuito in maniera determinante al successo dell’intervento.
L’operazione di salvataggio non è stata priva di difficoltà.
La barca in avaria presentava danni strutturali, con la rottura delle bitte e diverse cime interrotte, richiedendo ai militari della Capitaneria di Porto di Crotone un’azione rapida e ingegnosa per evitare ulteriori complicazioni.
Al termine del complesso trasferimento, la motovedetta ha fatto rotta verso il porto di Crotone, dove, poco dopo le ore 18:30, si è consumato lo sbarco.

A sbarcare sono state 73 persone, provenienti da Iran e Afghanistan, testimonianza di percorsi migratori spesso intrapresi nella disperazione e nella speranza di una vita migliore.
Tra i naufraghi, un numero significativo di donne, otto in totale, e un gruppo di minori, undici dei quali non accompagnati, amplificava l’urgenza di un’assistenza mirata e sensibile.

Commovente la presenza di un neonato di soli sei mesi, sbarcato tra le braccia dei suoi genitori afgani, simbolo di fragilità e di futuro da proteggere.

L’Ufficio Immigrazione della Questura ha coordinato le operazioni di sbarco, garantendo l’identificazione e la gestione dei flussi migratori.
L’accoglienza è stata affidata alla Croce Rossa Italiana, che ha provveduto a fornire assistenza primaria e supporto psicologico.
L’equipe dell’Ufficio Vulnerabilità dell’Asp di Crotone, appositamente costituita per le emergenze legate agli sbarchi, ha condotto scrupolosi controlli sanitari, evidenziando la necessità di un approccio multidisciplinare nella gestione di queste situazioni complesse.
Infine, le 73 persone sono state trasferite al centro di accoglienza di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto, dove avrebbero ricevuto un’assistenza più strutturata, in attesa di ulteriori determinazioni procedurali e, soprattutto, di un percorso di integrazione che potesse offrire loro un futuro di dignità e sicurezza.
L’episodio, al di là della sua immediatezza, solleva interrogativi profondi sulle cause che spingono persone a intraprendere viaggi così pericolosi e sulla responsabilità della comunità internazionale nel garantire un’accoglienza adeguata e un’effettiva protezione dei diritti umani.

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