La tragica scomparsa di Antonio Demasi, un sessantenne dedito al lavoro, avvenuta durante un intervento di manutenzione presso l’impianto di depurazione di Guardavalle Marina, solleva interrogativi urgenti e ineludibili che vanno ben oltre il singolo evento. La domanda centrale, che incombe sulla comunità e sulle istituzioni amministrative, è chiara: perché un operaio di tale esperienza, seppur esperto, si trovava a operare in isolamento durante una procedura potenzialmente rischiosa? L’assenza di personale di supporto, la valutazione della necessità di un intervento singolo, l’adeguatezza dei protocolli di sicurezza in vigore, la presenza di specifiche valutazioni dei rischi insiti nell’operazione in corso, e l’implementazione di misure protettive commisurate a tali rischi, sono le aree che richiedono un’indagine approfondita e trasparente. Non si tratta solo di accertare eventuali responsabilità immediate, ma di analizzare le dinamiche sistemiche che hanno portato a questa ennesima “morte bianca”, un termine che troppo spesso definisce la realtà delle condizioni lavorative in Italia.La Regione Calabria, attraverso la voce del suo Presidente, Roberto Occhiuto, esprime il profondo cordoglio alla famiglia Demasi, condividendo il loro dolore. Tuttavia, questo cordoglio deve tradursi in azioni concrete, in un impegno reale per prevenire che simili tragedie si ripetano.È necessario andare oltre la semplice constatazione dell’accaduto, interrogando a fondo le prassi aziendali, i controlli effettuati, la formazione impartita al personale e la cultura della sicurezza diffusa all’interno dell’azienda. L’incidente di Guardavalle non deve essere archiviato come un errore isolato, ma come un campanello d’allarme che suona forte, richiamando l’attenzione sulla necessità di una revisione complessiva dei sistemi di prevenzione e protezione sul lavoro.La sicurezza non può essere un optional, un costo da ridurre o una procedura burocratica da aggirare. Deve essere un valore imprescindibile, un diritto inalienabile di ogni lavoratore. L’eredità di Antonio Demasi, un uomo che ha dedicato la sua vita al lavoro, non può essere la perpetuazione di un sistema che mette a repentaglio la salute e la vita delle persone. Richiede un cambiamento radicale, un impegno collettivo per costruire un ambiente lavorativo più sicuro, più giusto e più umano. L’indagine deve essere rapida e rigorosa, e le sue conclusioni devono portare a un profondo ripensamento delle politiche di sicurezza sul lavoro a livello regionale e nazionale.
Tragedia a Guardavalle: Lavoro, Solitudine e Morte. Indagine Urgente.
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