Il tragico decesso di Carlotta La Croce, una bambina di soli 12 anni, residente ad Amaroni, ha innescato un’indagine complessa e dolorosa da parte della Procura della Repubblica di Catanzaro.
La vicenda, avvolta in un contesto di presunti ritardi nei soccorsi, solleva interrogativi cruciali sulla gestione dell’emergenza sanitaria e sulla responsabilità medica in situazioni di urgenza vitale.
Carlotta, rientrata in Italia con i genitori per le vacanze estive dopo un periodo trascorso in Svizzera, è spirata poco dopo il trasferimento dall’ospedale di Soverato a Catanzaro, a seguito di un malore improvviso.
La denuncia-querela presentata dall’avvocato Arturo Bova, legale della famiglia, costituisce il fulcro dell’inchiesta in corso, focalizzata sull’accertamento di un nesso causale tra il ritardo nell’arrivo del mezzo di soccorso e il decesso della giovane paziente.
Le circostanze che hanno preceduto il tragico epilogo sono state ricostruite attraverso la testimonianza dei genitori e dei sanitari coinvolti.
Secondo quanto ricostruito, la sera del 26 luglio, la bambina, mentre si trovava nei pressi delle giostre del paese, ha accusato un acuto dolore dorsale, irradiato allo stomaco, accompagnato da una progressiva perdita di sensibilità agli arti inferiori.
Trasportata d’urgenza all’ospedale di Soverato, la situazione clinica ha imposto la necessità di ulteriori accertamenti specialistici in una struttura ospedaliera di livello superiore, Catanzaro.
È in questo punto che emerge la criticità, con un ritardo inaccettabile nell’attivazione e nel dispiegamento di un’ambulanza dedicata al trasferimento.
La famiglia, angosciata e consapevole della gravità della situazione, ha più volte offerto la disponibilità a farsi carico economicamente dell’intervento di un’autoambulanza privata, tentativo respinto dal personale sanitario di Soverato, che avrebbe comunicato l’impossibilità di disporre peraltro di un’ambulanza proveniente da Maida.
La stessa offerta è stata presentata ad operatori del 118, i quali si sono detti disponibili ma hanno ricevuto la stessa risposta negativa.
L’ambulanza proveniente da Maida, dopo un’attesa prolungata, è giunta a Soverato circa due ore dopo la prima chiamata di soccorso.
Il trasferimento a Catanzaro, in queste condizioni, ha ulteriormente compromesso le possibilità di intervento tempestivo.
Una volta giunta nella struttura ospedaliera di Catanzaro, le condizioni di Carlotta si sono rapidamente aggravate, manifestando inizialmente difficoltà respiratorie per poi perdere i sensi e decedere poco dopo.
L’indagine, guidata dal magistrato Francesca Del Cogliano, si propone di accertare se la gestione dell’emergenza sanitaria abbia contribuito in modo determinante al decesso della bambina.
Per questo motivo, è stata disposta un’autopsia, eseguita sotto la supervisione del medico legale Isabella Aquila e con la presenza del consulente di parte, Katiuscia Bisogni, nominata dalla famiglia La Croce.
Al di là dell’accertamento delle responsabilità, la vicenda solleva interrogativi di carattere etico e organizzativo.
Si rende necessario un’analisi approfondita dei protocolli di gestione delle emergenze, con particolare attenzione ai tempi di risposta, alla disponibilità delle risorse e alla capacità di coordinamento tra le diverse strutture sanitarie.
La famiglia La Croce, attraverso la propria denuncia, mira a ottenere piena chiarezza sugli eventi che hanno portato alla perdita della giovane Carlotta, sperando che la vicenda possa contribuire a migliorare il sistema sanitario e a prevenire tragedie simili in futuro.
La speranza è che l’autopsia possa fornire elementi cruciali per ricostruire la dinamica degli eventi e contribuire a fare luce sulla verità.