La comunità calabrese è scossa dalla tragica scomparsa di Carlotta La Croce, una dodicenne le cui circostanze della morte, avvenuta il 26 luglio, sollevano interrogativi profondi e impongono un’indagine accurata sulle dinamiche del soccorso sanitario.
L’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro ha prontamente attivato un audit interno, una procedura volta a ricostruire e valutare in dettaglio le sequenze di eventi che hanno preceduto e accompagnato il trasferimento della bambina dall’ospedale di Soverato alla struttura ospedaliera Dulbecco di Catanzaro.
Questo processo di verifica non si limita alla mera constatazione dei fatti, ma mira a identificare eventuali criticità procedurali, lacune organizzative o errori clinici che possano aver contribuito alla conclusione infausta.
Parallelamente, la Procura di Catanzaro ha formalmente aperto un fascicolo d’indagine, un atto necessario per accertare la sussistenza di eventuali responsabilità mediche, in risposta alla denuncia presentata dai genitori di Carlotta.
La richiesta di eseguire l’autopsia sul corpo della bambina testimonia la volontà di ottenere una chiarificazione scientifica delle cause del decesso, un elemento cruciale per definire la dinamica degli eventi e stabilire eventuali negligenze.
Il Commissario Straordinario dell’Asp di Catanzaro, Antonio Battistini, ha costituito una commissione speciale, composta da figure di spicco come il professor Mancuso, il professor Di Mizio e la dottoressa Monardo, sotto la supervisione del direttore sanitario.
L’urgenza e l’importanza della vicenda si riflettono nella tempistica accelerata dei lavori, programmati a iniziare immediatamente.
L’aspettativa è quella di una comunicazione trasparente e tempestiva, con la divulgazione dei risultati non appena le verifiche saranno completate.
Secondo le informazioni emerse, Carlotta era giunta al pronto soccorso di Soverato alle 23:47, lamentando dolore dorsale e perdita di sensibilità agli arti inferiori.
Le indagini iniziali, comprendenti esami ematologici e una TAC della colonna vertebrale, non avevano evidenziato anomalie significative.
È rilevante sottolineare che, durante il percorso ospedaliero, la bambina ha mantenuto uno stato di coscienza e vigilanza, senza febbre e con parametri vitali apparentemente stabili.
Questa apparente assenza di elementi di allarme acutizzanti rende ancora più complessa la comprensione della rapida evoluzione del quadro clinico.
La denuncia dei genitori, che segnala un ritardo di circa due ore nell’intervento dell’ambulanza per il trasferimento a Catanzaro, rappresenta un elemento cruciale nell’indagine.
La tempistica del soccorso, soprattutto in situazioni di emergenza potenzialmente gravi, può rappresentare un fattore determinante nell’esito clinico del paziente.
La verifica dei tempi di risposta e del percorso dell’ambulanza costituisce quindi una priorità assoluta.
L’intera vicenda solleva interrogativi più ampi sulla qualità e sull’efficienza del sistema sanitario calabrese, sulla gestione delle emergenze e sulla necessità di garantire tempi di risposta rapidi ed efficienti, soprattutto in aree geograficamente isolate o con risorse limitate.
La tragica scomparsa di Carlotta La Croce, oltre che una perdita dolorosa per la sua famiglia, deve rappresentare un monito per l’intera comunità medica e politica, spingendo verso un miglioramento continuo e una maggiore attenzione alla tutela della salute dei cittadini.