Rinascita dalle Radici: il Festival delle Aree Interne tra Memoria, Produzione e Futuro SostenibileIl Festival delle Aree Interne, giunto alla sua terza edizione, si configura come un faro di riflessione e azione, illuminando un territorio spesso marginalizzato e percepito come in declino. Quest’anno, Soveria Mannelli, incastonata nel cuore della Calabria, accoglierà l’evento presso le Industrie Rubbettino, dal 11 al 13 giugno, in un’immersione profonda nel tessuto socio-economico e culturale delle aree interne italiane. L’iniziativa, promossa da RESpro, Fondazione Appennino e Rubbettino, ambisce a superare le narrazioni di abbandono e deurbanizzazione, restituendo dignità e vitalità a luoghi troppo a lungo relegati in secondo piano.Il Festival non si propone come una mera vetrina di problematiche, bensì come un laboratorio di idee, un crogiolo di competenze che riunisce oltre quaranta studiosi, esperti e operatori provenienti da diverse discipline e da diverse aree geografiche. Il fulcro del dibattito sarà la complessa relazione tra impresa e memoria, un binomio essenziale per comprendere come i territori che hanno plasmato il modello italiano si trovino oggi a fronteggiare fragilità strutturali e necessitino di una tutela mirata. L’obiettivo primario è la formulazione di progetti e proposte concrete, capaci di intrecciare la tradizione produttiva con la valorizzazione culturale, l’innovazione industriale con il design contemporaneo, le produzioni identitarie con le nuove economie, puntando a un’economia circolare e inclusiva.L’appuntamento si fa particolarmente urgente considerando il divario tra l’attenzione teorica e l’azione politica. Come sottolinea Augusto Ciuffetti, membro del comitato scientifico, il tema delle aree interne resta al centro del dibattito culturale ma fatica ad entrare nell’agenda politica nazionale. Nonostante i fondi e i progetti stanziati dal Pnrr e da altre iniziative, i risultati ottenuti sono stati al di sotto delle aspettative. Questa disconnessione si accavalla a un contesto in profonda trasformazione: l’eccessiva urbanizzazione e la cementificazione delle coste contrastano con il declino demografico delle aree interne, aprendo la strada all’azione di multinazionali interessate a sfruttare le risorse naturali dell’Appennino, in particolare attraverso la realizzazione di parchi eolici, spesso in contrasto con la sostenibilità ambientale e con la volontà delle comunità locali.Florindo Rubbettino, editore e anima pulsante del Festival, evidenzia con forza come la cultura possa rappresentare una leva strategica per lo sviluppo locale, un motore potente e spesso sottovalutato. Le aree interne sono custodi di un patrimonio materiale e immateriale inestimabile, spesso in stato di abbandono, ma ricco di potenziale. L’approccio interdisciplinare alla conservazione del costruito storico, la rigenerazione del paesaggio culturale, la valorizzazione di archivi, biblioteche e musei come presidi di prossimità, costituiscono percorsi imprescindibili per la creazione di forme di lavoro e sviluppo sostenibili, capaci di rispondere alle specifiche esigenze dei territori più fragili.Gianni Lacorazza, co-fondatore e vicepresidente di Fondazione Appennino, sottolinea l’importanza di un’identità pragmatica e concreta, basata sull’esperienza reale, sui rischi e sulle opportunità che la caratterizzano. La sfida è dunque quella di abbandonare approcci datati e autoreferenziali, per abbracciare soluzioni innovative che coinvolgano attivamente le comunità e i mercati, valorizzando le conoscenze locali e promuovendo un cambiamento profondo.Roberto Parisi, presidente di RESpro, ribadisce l’importanza di un approccio metodologico fondato sulla centralità della storia, un approccio che consente di comprendere le dinamiche territoriali e di individuare le strategie più efficaci per la loro valorizzazione. La salvaguardia di archivi, biblioteche e musei, testimonianze preziose della memoria collettiva, rappresenta una priorità assoluta, un investimento sul futuro delle aree interne.Il Festival delle Aree Interne si propone quindi come un appuntamento fondamentale per ripensare il futuro del nostro Paese, per ridare voce a territori troppo a lungo emarginati, per costruire un’Italia più equa, sostenibile e resiliente. Un’Italia che sappia valorizzare il suo patrimonio culturale e naturale, che sappia riconnettere il passato con il presente, che sappia guardare al futuro con ottimismo e determinazione.
Festival Aree Interne: Memoria, Futuro e Sostenibilità
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