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Filomena Nitti: Il Nobel Negato e l’Ombra dell’Esclusione

Filomena Nitti: Un’Ombra di Genio e l’Esclusione SilenziosaLa storia di Filomena Nitti è un mosaico di ingegno, resilienza e ingiustizia.
Figlia di un’epoca turbolenta, segnata dall’ascesa del fascismo e dalle sue ripercussioni sulla famiglia Nitti, Filomena incarna una generazione di donne che lottano per affermare la propria identità intellettuale in un mondo dominato da figure maschili.
Il libro di Carola Vai, “Filomena Nitti e il Nobel negato”, dipinge il ritratto di una scienziata brillante, costretta a navigare le acque agitate della politica familiare, della maternità e della ricerca scientifica, spesso oscurata dall’ombra di figure più prominenti.

Nata nel 1909, Filomena crebbe in un contesto familiare complesso.
Francesco Saverio Nitti, suo padre, fu una figura politica di spicco, la cui carriera fu tragicamente interrotta dalla violenza politica del regime fascista, costringendo la famiglia all’esilio.
Questa esperienza formativa instillò in Filomena un senso di precarietà e un’acuta consapevolezza delle dinamiche del potere.

La sua vita fu un susseguirsi di scelte audaci.

A vent’anni, sfidò le convenzioni sociali sposando un giornalista polacco, un atto di ribellione che la portò a Mosca, un crogiolo di ideologie e un ambiente stimolante, ma anche soffocante.
La successiva rottura con il marito e il ritorno in Francia, segnano un punto di svolta.
Qui, Filomena intraprende gli studi scientifici, alimentata da una sete di conoscenza e una determinazione incrollabile.
L’incontro con Daniel Bovet, un brillante chimico svizzero, fu un evento cruciale.
Si sviluppò un amore profondo, intrecciato a una collaborazione scientifica feconda.
Insieme, si dedicarono allo studio dei farmaci e dei loro effetti fisiologici, raggiungendo risultati significativi.
Il loro lavoro, costantemente firmato con entrambi i loro nomi, testimonia un impegno congiunto e un rispetto reciproco.

L’ascesa professionale fu rapida.
L’assunzione all’Istituto Superiore di Sanità a Roma consacrò il loro successo, ma portò con sé anche un’amara consapevolezza: l’esclusione di Filomena dalla prestigiosa premiazione del Nobel.
Nel 1957, l’annuncio del premio a Daniel Bovet, senza alcun riconoscimento al contributo di Filomena, fu un colpo durissimo, un’ingiustizia che ha suscitato interrogativi e polemiche.
L’ombra di Rita Levi-Montalcini, coetanea e figura di riferimento nel panorama scientifico italiano, si staglia sullo sfondo della vicenda.
Entrambe, donne intellettuali in un mondo dominato dagli uomini, incrociarono spesso le loro strade, ma una vera amicizia non si sviluppò mai.

La loro esistenza, pur parallela, evidenzia le diverse traiettorie che le donne potevano intraprendere nella ricerca scientifica, e le difficoltà che dovevano affrontare per essere riconosciute e valorizzate.
Il libro di Vai, arricchito dalla testimonianza della nipote di Filomena, Maria Luisa Nitti, non si limita a ricostruire la biografia della scienziata, ma si propone di indagare le ragioni di questa esclusione, svelandole con rigore e sensibilità.
Un’esplorazione che ci invita a riflettere non solo sulla storia di una donna straordinaria, ma anche sulle dinamiche del riconoscimento scientifico, sulle disuguaglianze di genere e sulle responsabilità che la comunità scientifica ha nel celebrare il talento e l’ingegno, indipendentemente dal genere.

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