Il Premio Letterario Caccuri, quattordicesima edizione, ha consacrato “Gad Lerner con Gaza.
Odio e amore” (Feltrinelli) come opera vincitrice, distinguendosi in un panorama di saggi impegnati che riflette le tensioni e le incertezze del nostro tempo.
Il libro di Lerner, profondamente radicato in una prospettiva personale e civile, ha superato, con pari merito, “Spettri” di Monica Maggioni (Longanesi), “L’Eresia liberale” di Alessandro Sallusti (Rizzoli) e “Trump.
Vita di un presidente contro tutti” di Gennaro Sangiuliano (Mondadori).
La giuria ha premiato la capacità di Lerner di dissezionare una realtà complessa come quella palestinese, evitando semplificazioni e stereotipi.
Il suo sguardo, forgiato da una storia personale inestricabilmente legata a quella terra, trascende la cronaca per interrogare le responsabilità individuali e collettive.
Le parole di Lerner, pronunciate con la forza di chi è testimone diretto, si fanno eco al dramma attuale: una “guerra infinita”, alimentata da una leadership incapace di trovare una via d’uscita, prolungando sofferenze e generazioni di conflitti.
Ripercorrendo la propria traiettoria, Lerner sottolinea un impegno costante, fin dalla giovinezza, per un Israele che si ritiri dai territori occupati.
L’orrore del 7 ottobre, evento che ha scosso l’opinione pubblica mondiale, ha messo a nudo una dinamica sinistra: la capacità di Hamas di prevedere e provocare una risposta israelifa che, in realtà, serviva agli interessi dell’organizzazione stessa.
La frase lapidaria del cancelliere tedesco Merz, riportata da Lerner, evidenzia la dimensione geopolitica del conflitto: Israele, involontariamente, si trova a svolgere un ruolo scomodo, “il lavoro sporco” per l’Occidente, in un contesto di paura e risentimento verso l’Islam.
Il premio letterario non si limita a celebrare la vittoria di un’opera specifica; rappresenta un momento di riflessione più ampio.
Le opere finaliste, tutte accomunate da un forte impegno civile e intellettuale, offrono spunti di analisi sul presente, interrogando le fondamenta stesse del liberalismo, il ruolo del potere, le dinamiche della leadership e le conseguenze della globalizzazione.
Oltre al premio principale, la cerimonia ha riconosciuto meriti specifici in diversi ambiti: a Piero Marrazzo per la sua Storia senza eroi, a Jacopo Veneziani per la sua divulgazione dell’arte, ad Antonino De Masi per “Inferi”, e all’antropologo calabrese Vito Teti, insignito del Premio alla Carriera per il suo contributo fondamentale all’analisi della complessità della restanza e del senso di erranza nell’era della modernizzazione globale.
La cittadinanza onoraria di Caccuri è stata conferita ad Antonella Viola, per la sua lectio magistralis sul tema del sonno e del sogno, un invito all’esplorazione interiore in un mondo sempre più frenetico.
La Torre d’Argento, simbolo del premio e forgiata dal maestro orafo Michele Affidato, rappresenta un riconoscimento non solo al talento degli autori, ma anche all’importanza del dialogo, della riflessione e dell’impegno civile come strumenti per affrontare le sfide del nostro tempo.
Il Comitato scientifico, presieduto da Giordano Bruno Guerri, e la giuria popolare e nazionale, hanno contribuito a rendere il premio un evento di rilevanza culturale, capace di stimolare il dibattito e promuovere la diffusione della conoscenza.