La recente ondata di allerta meteo che ha investito la Calabria, con la conseguente sospensione delle attività scolastiche e i disagi diffusi, non è un evento isolato, bensì un campanello d’allarme che risuona con forza sulle condizioni di sicurezza, sulla necessità di prevenzione e sulla protezione dei lavoratori del settore terziario, del commercio e dei servizi.
Questa emergenza, come altre che la precederanno, mette a nudo una fragilità strutturale che colpisce soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.
Le conseguenze di queste situazioni non si limitano alla chiusura delle scuole, ma si traducono in una vera e propria perdita di reddito e in un carico di disagio gravoso per migliaia di famiglie.
Si pensi alle madri, spesso impiegate in ruoli essenziali come addette alle mense scolastiche, personale di pulizia, commesse, operatori turistici e vigilanti, che si trovano di fronte alla difficile scelta tra il bisogno di provvedere al sostentamento familiare e la cura dei propri figli.
Questa dicotomia non è una mera questione individuale, ma una problematica sociale che richiede un intervento urgente e coordinato.
La risposta attuale, confinata a una gestione emergenziale, si è dimostrata inadeguata e insostenibile.
È imperativo abbandonare l’approccio reattivo e adottare una visione proattiva che tenga conto della crescente frequenza e intensità degli eventi climatici estremi.
La legge regionale sul commercio, oggi obsoleta, non riesce più a rispondere alle esigenze attuali dei lavoratori e delle imprese, richiedendo un aggiornamento profondo che introduca misure di tutela, di conciliazione vita-lavoro e di sostegno in caso di calamità naturali.
Parallelamente, è fondamentale uniformare la regolamentazione del lavoro agile e delle assenze giustificate durante le allerte meteo, superando soluzioni arbitrarie e penalizzanti che gravano sui lavoratori.
La piena retribuzione dei giorni di sospensione del servizio, negli appalti scolastici e pubblici – mense, pulizie, trasporti – non è un privilegio, ma un diritto imprescindibile per garantire la dignità dei lavoratori e la continuità dei servizi essenziali.
La transizione verso un modello di sviluppo più resiliente e sostenibile richiede un cambio di paradigma culturale e legislativo.
Le istituzioni e le parti sociali devono assumersi la responsabilità di costruire soluzioni concrete e durature per la sicurezza e la dignità del lavoro, investendo in infrastrutture resilienti, in sistemi di allerta precoce e in politiche di supporto alle famiglie.
Il cambiamento climatico è una realtà inequivocabile e le abitudini sociali evolvono incessantemente; è tempo che la legislazione si adegui a queste nuove esigenze, garantendo un futuro più sicuro e prospero per tutti.
La risposta non può essere temporanea, ma strutturale, basata sulla solidarietà e sulla giustizia sociale.






