L’analisi congiunturale della provincia di Cosenza delinea un quadro complesso, caratterizzato da un’apparente resilienza che convive con un divario storico rispetto alle dinamiche economiche nazionali.
Nonostante le sfide strutturali, il 2025 ha manifestato segnali di ripresa, suggerendo una capacità intrinseca di adattamento e di potenziale ancora inespresso.
L’edilizia e il settore agroalimentare si configurano come motori di questa ripresa, beneficiando rispettivamente delle ingenti risorse derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e di un’evoluzione strategica orientata all’eccellenza produttiva.
Il PNRR ha agito come catalizzatore di investimenti e creazione di posti di lavoro nel comparto delle costruzioni, stimolando un’attività cantieristica significativa.
Contemporaneamente, il settore agroalimentare ha saputo capitalizzare sull’innovazione tecnologica, sulla ricerca di qualità e sulla valorizzazione del brand territorio, aprendo a nuovi mercati e incrementando le esportazioni.
Questa spinta è particolarmente rilevante considerando il ruolo cruciale del Made in Italy come leva competitiva a livello globale.
Tuttavia, la crescita osservata non deve oscurare le fragilità intrinseche al territorio.
Le criticità strutturali, ereditate da decenni di sottosviluppo e da una carenza cronica di infrastrutture, persistono e richiedono interventi mirati e di ampio respiro.
La carenza di collegamenti efficienti, l’accesso limitato a finanziamenti agevolati per le PMI e la burocrazia eccessiva rappresentano ancora ostacoli significativi per la crescita sostenibile.
L’evoluzione del settore turistico, rafforzata dall’ampliamento dell’offerta di collegamenti aerei e da una promozione territoriale più efficace, segnala una tendenza positiva.
L’aumento dei flussi turistici nei siti artistici e culturali rappresenta un’opportunità concreta per diversificare l’economia locale e per creare nuove opportunità di lavoro, valorizzando il patrimonio storico e paesaggistico della provincia.
La “fuga dei cervelli” rappresenta, però, una ferita aperta che mina le prospettive future.
Non si tratta solo di una perdita demografica, ma di una perdita di capitale umano, di creatività e di innovazione.
I giovani, alla ricerca di opportunità di crescita professionale e di realizzazione personale, migrano verso contesti più dinamici e competitivi.
Questa tendenza impone un ripensamento radicale delle politiche di sviluppo locale, volte a creare un ecosistema favorevole all’attrazione e alla fidelizzazione dei talenti.
È essenziale investire in istruzione di qualità, promuovere l’imprenditorialità giovanile, semplificare l’accesso al credito e creare un ambiente lavorativo stimolante e inclusivo.
L’Università della Calabria, con la sua offerta formativa di eccellenza, rappresenta un punto di forza per il territorio, ma è necessario creare un ponte più solido tra l’offerta formativa e le esigenze del mondo del lavoro, favorendo la nascita di spin-off e di start-up innovative.
Il futuro della provincia di Cosenza e, più in generale, della Calabria, dipende dalla capacità di trattenere i propri giovani, offrendo loro le opportunità di costruire il proprio futuro qui, per scelta e non per necessità.
La sfida è trasformare le potenzialità in risultati concreti, costruendo un futuro più prospero e sostenibile per tutti.






