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lunedì 27 Ottobre 2025

Conte a Rende: critica il PNRR e accusa il governo centrale

L’assenza di annunci roboanti e promesse allettanti ha segnato l’intervento di Giuseppe Conte a Rende, in occasione del sostegno alla candidatura di Pasquale Tridico per le elezioni regionali.

Piuttosto che indulgere in una retorica elettorale dilagante, Conte ha scelto di denunciare una pratica consolidata, quella del governo centrale che si presenta in regioni sofferenti con un’esibizione temporanea di ingenti somme, destinate a svanire nel nulla.

Il suo discorso si è configurato come una critica serrata alla gestione dei fondi pubblici, in particolare quelli derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Non si tratta di una mera constatazione di promesse non mantenute, ma di un’analisi più profonda di un sistema che perpetua inefficienze e sprechi.
Il riferimento alle regioni Abruzzo, Basilicata, Marche e Calabria non è casuale: rappresenta una sequenza di occasioni mancate, di investimenti promessi e mai realizzati, di speranze disattese.

La denuncia è particolarmente incisiva quando Conte sottolinea l’inadeguata velocità nell’erogazione dei fondi PNRR, con una percentuale di spesa attualmente inferiore al 23% dell’impegno complessivo.
Dietro questo dato si celano ritardi strutturali, carenze progettuali e una gestione amministrativa spesso inefficiente.
La responsabilità di questi rallentamenti, secondo Conte, ricade principalmente sul governo centrale, chiamato a un ruolo di guida e coordinamento, piuttosto che di semplice esibizione retorica.

L’ammonimento rivolto al governo non si limita a una critica superficiale.
Si tratta di un invito alla responsabilità, alla serietà, alla consapevolezza delle conseguenze che derivano da una gestione poco attenta e poco efficace dei fondi pubblici.

Non è sufficiente promettere, è necessario agire, attuare progetti concreti, garantire che i soldi destinati allo sviluppo del Paese arrivino effettivamente dove sono necessari.
La presenza di Conte a Rende, quindi, non si è tradotta in un’altra tappa di una campagna elettorale fatta di proclami e artifici, ma in un appello alla responsabilità, un monito a un governo chiamato a dimostrare la propria capacità di agire nell’interesse del Paese, spendendo i fondi pubblici con intelligenza e lungimiranza, per costruire un futuro più prospero e equo per tutti.

L’enfasi è posta sulla necessità di una governance seria e competente, capace di tradurre le promesse in risultati tangibili e duraturi.

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