Conte denuncia il degrado della sanità pubblica: un campanello d’allarme.

La visita all’ospedale di Soriano Calabro ha offerto a Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, un’occasione per denunciare una tendenza strutturale che erode il tessuto della sanità pubblica italiana, una tendenza amplificata e resa drammaticamente evidente nel contesto vibonese, ma che affonda le sue radici in scelte politiche nazionali ed europee.
La situazione, descritta come disastrosa ma purtroppo non isolata, è il risultato di una progressiva erosione del sistema sanitario, aggravata da priorità di investimento radicalmente sbilanciate.

Le scelte di destinazione delle risorse finanziarie, con ingenti somme allocate a spese militari – come testimonia la recente richiesta di prestiti europei da quattordici miliardi per armamenti – si contrappongono in maniera flagrante con i tagli operati in settori cruciali come la sanità, l’istruzione e l’innovazione.

Questo squilibrio non si limita a compromettere l’efficienza delle strutture esistenti, ma ne determina l’abbandono, come dimostra il caso del centro ustioni di Soriano, un tempo polo di eccellenza, ora inutilizzato nonostante la presenza di strumentazioni all’avanguardia.

L’auspicio di poter utilizzare i 209 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziamento europeo vitale per la riqualificazione del sistema sanitario, si scontra con la cruda realtà dei ritardi accumulati e con l’imminente scadenza dei termini imposti dall’Unione Europea, che esclude ulteriori proroghe.

Questo scenario rende incerta la piena realizzazione degli interventi previsti, minando la speranza di un rapido risanamento del sistema.
Tuttavia, la questione più urgente, e forse la più complessa da affrontare, riguarda la carenza di personale sanitario.
Anche qualora si riuscisse a realizzare nuove infrastrutture e a modernizzare quelle esistenti, senza un adeguato numero di medici, infermieri e operatori sanitari qualificati, si rischierebbe di costruire un sistema sanitario incompleto, incapace di garantire prestazioni efficaci e tempestive per i cittadini.

Il rischio è quello di generare un paradosso amaro: investire ingenti risorse per poi non poterle utilizzare appieno a causa della mancanza del personale necessario a renderle operative.

La vera sfida, quindi, non è solo costruire ospedali e dotarli di tecnologia avanzata, ma soprattutto attrarre, formare e trattenere le figure professionali che ne assicurino il funzionamento, riaffermando il diritto alla salute come pilastro fondamentale di una società civile.

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