La manovra finanziaria del Governo per il 2026, lungi dall’essere un motore di crescita e coesione nazionale, si configura come un atto di profonda iniquità, un’ulteriore ferita per il Mezzogiorno e, in particolare, per la Calabria.
È quanto sottolineato dal senatore Antonio Misiani, esponente di spicco del Partito Democratico, durante un’iniziativa a Reggio Calabria, incentrata sulla necessità di emendare la legge di bilancio per difendere i diritti e le prospettive del Sud.
Affiancato dal segretario regionale Nicola Irto, Misiani ha dipinto un quadro desolante, evidenziando come questa manovra non solo ignori le pressanti esigenze del territorio, ma le aggrava, proseguendo una tendenza iniziata da tempo di marginalizzazione e deprivazione di risorse.
L’analisi di Misiani va oltre la semplice constatazione della carenza di investimenti.
La manovra è stata definita un sintomo di una politica governativa orientata a disarticolare le fondamenta stesse del modello di sviluppo del Sud.
L’autonomia differenziata, promossa con insistenza, rappresenta un rischio concreto di accentuazione delle disparità territoriali, mentre l’azzeramento di fatto del Fondo perequativo infrastrutturale ha privato il Mezzogiorno di uno strumento essenziale per colmare il divario con il resto del Paese.
Il blocco delle contribuzioni sud, inoltre, ha interrotto un flusso di risorse vitali per la crescita economica e l’occupazione.
La retorica di una presunta attenzione verso il Sud, avanzata in precedenza, si rivela, dunque, inconsistente di fronte alla realtà dei fatti.
La riduzione di 2,4 miliardi di euro destinati al Fondo sviluppo e coesione, la definanziamento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e i tagli generalizzati agli investimenti rappresentano un colpo al cuore delle potenzialità del territorio.
Il Partito Democratico, attraverso i propri emendamenti, si impegna a contrastare questa deriva, proponendo soluzioni concrete per affrontare le sfide che il Mezzogiorno si trova ad affrontare.
Nicola Irto ha aggiunto che la legge di bilancio è stata universalmente criticata da sindacati, Confindustria e associazioni di categoria, segno della sua profonda inefficacia.
L’assenza di investimenti in settori cruciali come la scuola, l’università e la sanità, unitamente alla mancanza di supporto per le imprese che aspirano a competere sui mercati internazionali e ad innovare, rivela una visione miope e dannosa per il futuro del Paese.
L’impegno del Partito Democratico si traduce in un ampio lavoro emendativo, volto a riorientare la manovra verso politiche più inclusive e sostenibili.
Le proposte emendative mirano a garantire il diritto alla casa, con il raddoppio delle detrazioni per gli affitti e la proroga del bonus prima casa per i giovani under 36; a sostenere le aree interne calabresi; a realizzare interventi infrastrutturali essenziali; a potenziare il trasporto pubblico locale; e a scongiurare i tagli indiscriminati ai programmi del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Si tratta di un atto di responsabilità politica, un tentativo di arginare una politica che, silenziosamente, rischia di condannare il Mezzogiorno a un futuro di marginalità e disuguaglianze.
L’obiettivo è riaffermare il principio di solidarietà nazionale, mettendo al centro le persone e le loro necessità, il lavoro, la casa, la transizione ecologica e le infrastrutture strategiche per lo sviluppo sostenibile della Calabria e dell’intera nazione.






