Il presidente uscente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha lanciato una controffensiva mediatica, pubblicando un video sui social media con l’intento dichiarato di svelare una verità scomoda e di mettere in discussione la gestione sanitaria precedente alla sua amministrazione.
Il messaggio, veicolato attraverso un montaggio che alterna immagini del cantiere del nuovo ospedale della Sibaritide a frammenti di un’intervista controversa, mira a rafforzare la sua posizione in vista della ricandidatura.
Il video, con toni polemici, si apre con la presentazione del cantiere ospedaliero, simbolo tangibile, secondo Occhiuto, di un progresso negato in passato.
“Manca poco”, afferma il presidente, indicando una stanza già allestita, “perché questo ospedale sia operativo, per accogliere medici e pazienti”.
Un contrasto stridente con la situazione che ha ereditato, quando la stessa struttura era relegata a un mero progetto cartaceo, come lo era anche l’ospedale di Vibo Valentia.
La narrazione si fa più incisiva quando il presidente introduce un elemento chiave per la sua argomentazione: un estratto video di Saverio Cotticelli, ex commissario alla sanità calabrese nominato durante il governo Conte.
L’immagine ripropone l’ammissione pubblica di Cotticelli di aver versato in uno stato confusionale, culminando in una confessione sconcertante: “Ho vomitato e ho passato una notte terribile”, riferita all’intervista in cui aveva confessato di non essere a conoscenza del ruolo commissariale nella redazione del piano Covid.
L’obiettivo è chiaro: contestualizzare quella confessione come prova di una gestione irresponsabile e incompetente, imputabile a chi ha nominato Cotticelli e ha preceduto l’attuale amministrazione.
“Avete capito – domanda retoricamente Occhiuto – in che condizioni mi è stata lasciata la sanità?”.
L’accusa è pesante: una sanità priva di investimenti, soffocata da una spirale di pensionamenti (2.500 persone in uscita) e senza assunzioni adeguate.
Il presidente sottolinea, con enfasi, che solo grazie all’assunzione di 5.000 persone e all’impiego di personale medico cubano si è evitato il collasso totale del sistema sanitario regionale.
“Senza di questo, oggi tutti gli ospedali sarebbero chiusi”, dichiara, accusando implicitamente i suoi predecessori di aver creato una situazione insostenibile.
La conclusione è un appello all’onestà intellettuale, rivolto a coloro che hanno contribuito, secondo Occhiuto, a creare il disastro: “Abbiate almeno la com piacenza di fare silenzio.
” Il video si configura quindi non solo come una campagna elettorale, ma come un tentativo di riscrivere la storia della sanità calabrese, attribuendo la responsabilità dei fallimenti passati a chi lo ha preceduto e celebrando i propri interventi come un’operazione di salvataggio necessaria.
Il tono accusatorio e l’utilizzo di immagini e testimonianze evocative mirano a creare un’immagine di sé come paladino di una sanità pubblica in crisi, contrapposta a un passato di negligenza e incompetenza.