In un gesto che incarna la complessità e la precarietà della leadership politica, il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha annunciato le proprie dimissioni, immediatamente seguite dalla decisione di ricandidarsi alle prossime elezioni regionali.
L’intervento, diffuso attraverso i canali social, si configura come una provocazione democratica, un appello diretto alla cittadinanza calabrese affinché si assuma la responsabilità di delineare il futuro della regione.
L’atto di dimissioni, pur apparente, si rivela parte di una strategia più ampia volta a sollecitare un dibattito più ampio e profondo sulla governance e sull’amministrazione pubblica in Calabria.
Occhiuto sottolinea l’importanza di preservare l’integrità del sistema giudiziario e i principi fondamentali di un paese civile, ribadendo che nessuna persona dovrebbe essere costretta a dimettersi in seguito a un avviso di garanzia.
Tuttavia, evidenzia una problematica strutturale all’interno della sua amministrazione: una dilazione della responsabilità, una tendenza a evitare l’assunzione diretta di decisioni e la firma di atti ufficiali.
Questo scenario, lungi dall’essere un mero episodio isolato, riflette una crisi di fiducia più ampia che affligge l’intera regione.
La decisione di ricandidarsi, dunque, non è un atto di ambizione personale, ma un tentativo di catalizzare un processo di cambiamento, di stimolare un’analisi lucida e senza compromessi delle cause che hanno portato a questa situazione di impasse.
Il voto, imminente, si presenta come un momento cruciale.
Non è semplicemente una scelta di preferenza politica, ma un verdetto sulla direzione che la Calabria intende perseguire.
I calabresi sono chiamati a decidere se continuare un percorso che, per quanto difficoltoso, ha intrapreso, o se optare per una svolta radicale.
La responsabilità è interamente nelle loro mani.
Occhiuto, con il suo gesto, ha trasferito il potere decisionale alla base, invitando la comunità calabrese a riscrivere il proprio destino e a definire, una volta per tutte, il futuro della regione.
Si tratta di un atto di coraggio, una sfida aperta alla coscienza collettiva della Calabria.