La giornata si è chiusa a Reggio Calabria con un bilancio di disagi significativi, trenta agenti di polizia delle forze dell’ordine feriti, nodi infrastrutturali paralizzati, traffico autostradale immobilizzato e incursioni in spazi aeroportuali.
L’esito di questa mobilitazione, protrattasi nonostante le contestazioni formali avanzate dal governo, solleva interrogativi cruciali sull’esercizio del diritto di sciopero e sulla sua legittima applicazione.
Il Governo, attraverso il Vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha espresso la propria disapprovazione, sottolineando come la mobilitazione della CGIL, dichiarata illegittima per la mancata osservanza dei termini previsti per la sua preventiva comunicazione, abbia deliberatamente scelto un percorso di escalation.
La normativa vigente, che impone un preavviso di dieci giorni per la proclamazione dello sciopero, è stata disattesa, configurando, secondo l’esecutivo, una scelta apertamente politica.
L’amministrazione, in questa circostanza, ha offerto una “chance”, un’opportunità di defusione, privilegiando il dialogo e la mediazione.
Tuttavia, la risposta ricevuta, interpretata come un atto di “guerra politica” mascherato da richiesta di “pace”, impone una revisione delle strategie di gestione delle proteste sindacali.
Il Vicepremier ha annunciato un impegno concreto per la tutela dei diritti fondamentali di milioni di cittadini italiani, garantendo la continuità dei servizi essenziali e la fruizione dei diritti alla mobilità, al lavoro, all’istruzione e alla salute.
La prospettiva di ulteriori quindici scioperi programmati entro la fine dell’anno rende imperativo l’elaborazione di protocolli operativi mirati a bilanciare il diritto di protesta sindacale con l’inviolabile diritto dei cittadini a vivere la propria esistenza senza subire interruzioni significative nelle attività quotidiane.
La situazione evidenzia la necessità di un dibattito pubblico approfondito sulle modalità di esercizio del diritto di sciopero, sulla sua legittima applicazione e sulle responsabilità connesse alla sua proclamazione, soprattutto in un contesto caratterizzato da fragilità socio-economiche e dalla crescente interconnessione dei servizi.
L’auspicio è che questo episodio possa stimolare un confronto costruttivo tra governo, sindacati e rappresentanti della società civile, al fine di definire un quadro normativo e pratiche gestionali che garantiscano il rispetto dei diritti di tutti e la stabilità del Paese.










