venerdì 10 Ottobre 2025
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Nuoto a Crotone, il Ministro Abodi: Risolvere subito, diritto allo sport

La speranza di ritornare a solcare le acque, a inseguire il proprio sogno agonistico, risuona oggi con maggiore intensità.
È il messaggio che il Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, ha voluto trasmettere ai giovani atleti della Kroton Nuoto, segnati da mesi di esclusione dalla piscina olimpionica comunale di Crotone.
Un disagio frutto di un complesso contenzioso che vede contrapposte le società Kroton Nuoto e Rari Nantes Auditore, entrambe titolari di diritti di gestione per l’impianto natatorio.

L’incontro, avvenuto a margine di un evento dedicato allo sport in Calabria, in compagnia della Sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, ha rappresentato un momento significativo per i ragazzi, accompagnati da tecnici e genitori, che hanno riaffisso il loro eloquente striscione: “Piscina diritto non privilegio, art.
33 della Costituzione violato a Crotone”.

Questo cartello, ripetuto in diverse occasioni, incarna la frustrazione di una comunità sportiva privata di un diritto fondamentale.
L’estate è trascorsa tra allenamenti in mare, una soluzione di ripiego imposta dalla mancanza di una struttura adeguata.
L’autunno si è aperto con trasferte estenuanti, viaggi di oltre 150 chilometri per raggiungere la piscina di Giovino, nel Catanzarese.
Un sacrificio immenso, sostenuto da famiglie e allenatori, a riprova della profonda passione per lo sport.

“Sono orgoglioso della presenza di questi ragazzi, qui solo per la voglia di fare sport” ha sottolineato il Ministro, riconoscendo il valore dello sforzo compiuto.

Abodi ha rimarcato come lo sport rappresenti una potente “difesa immunitaria” e un efficace “strumento di riscatto sociale”, capace di mitigare le disuguaglianze e di offrire opportunità di crescita personale e collettiva.
La questione, ha assicurato, diventerà un impegno diretto del governo, un’attenzione prioritaria che non potrà essere elusa.

“Se sono arrivato in ritardo rispetto alla richiesta dei genitori, oggi non lo sono più,” ha affermato, assumendosi la responsabilità di seguire da vicino la vicenda e di accelerare la ricerca di una soluzione concreta e definitiva.

Il Ministro ha voluto chiarire che le dispute e le complesse dinamiche tra adulti non devono mai, in alcun modo, compromettere il futuro e il diritto allo sport dei giovani atleti, innocenti e vulnerabili.
È imperativo, ha concluso, intervenire con urgenza, garantendo loro la possibilità di tornare a praticare la disciplina che amano, tutelando un diritto costituzionale e un’opportunità di crescita.

La negazione dello sport, ha ribadito con forza, costituisce una profonda “mortificazione” che è suo dovere, come rappresentante dello Stato, eliminare.
L’obiettivo è restituire ai giovani atleti la possibilità di vivere appieno la propria passione e di costruire un futuro sportivo roseo.

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