Comunità contro le istituzioni: una mamma e i vicini che si oppongono alla decisione del tribunale dei minori.

La scena era impietosa: una bimba di cinque anni, con il viso contorto dal pianto e gli occhi arrossati dalla collera, si nascondeva tremante sotto il tavolo della sua camera da letto, mentre la mamma tentava invano di calmarla. La bambina si aggrappava disperata alla madre, supplicandola di non lasciarla andare via, di non separarla dalla persona che l’aveva sempre amata e curata. Le urla della piccola echeggiavano per tutta la casa, straziando gli animi dei vicini che iniziarono a chiedersi cosa stesse succedendo.La madre, esausta e disperata, si accascò sul letto accanto alla figlia, cercando di proteggerla da ciò che non voleva superare. Ma nonostante i tentativi della mamma di placarne la furia, la bambina continuava a urlare e piangere, aggrappandosi disperata alla sua veste, come se avesse paura di perdersi nel nulla.I vicini, allarmati dai gemiti della bimba, iniziarono a chiedersi che cosa stesse succedendo. Qualcuno si arrischiò a bussare alla porta, domandando la mamma se tutto fosse bene. Ma non c’era niente da dire, solo lacrime e disperazione.Il preoccupante spettacolo era tuttavia solo un sintomo di una situazione più complessa. La bambina stava per essere sottratta alla madre e inviata in un’istituzione di accoglienza a causa dell’inadempienza della famiglia, ma in realtà la storia è più complessa e coinvolge anche questioni legali.Il decreto del tribunale dei minori aveva stabilito che la bambina avrebbe dovuto entrare in una casa di accoglienza. Ma quel giorno i vicini erano tutti dalla parte della mamma, e non facevano finta di niente. Ecco come è andata a finire.Sia i vicini, che l’intero condominio, presero posizione contro la decisione del tribunale dei minori e per la madre, in un gesto di solidarietà verso di lei. Non c’era nessuno che non sapesse cosa stava succedendo: una madre che cercava disperatamente di tenere a casa sua bambina per i quali l’istituzione è quasi sempre considerata una sorta di “distanza” dalla famiglia.I funzionari della protezione dei minori giunsero sulla scena, ma erano stati avvertiti degli sviluppi. Non osarono insistere e decisero un rinvio del prelievo forzato della bambina. La madre aveva l’appoggio di tutta la sua comunità, contro il decreto del tribunale dei minori.In quella situazione imprevista i vicini furono solidali con la mamma che cercava disperatamente di proteggere la figlia, e questo gesto di appoggio non passò inosservato. Ecco com’è finita la storia della bambina di 5 anni nel quartiere romano Monteverde solo pochi giorni fa.La madre ha ricevuto il sostegno della sua comunità. La bimba è rimasta con la madre, almeno per ora.

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