Corte Europea: Italia condannata per lentezza nella giustizia contro violenza domestica

Dopo anni di battaglie legali nei tribunali italiani, una donna che aveva denunciato il suo ex compagno per stalking, molestie e violenza si è rivolta alla Corte europea dei diritti umani a Strasburgo. Nonostante le prove dettagliate fornite dalla vittima, tra cui testimonianze e migliaia di messaggi minatori ricevuti dall’ex compagno, la giustizia italiana è apparsa lenta e inefficace. La Cedu ha evidenziato che sono stati necessari tre mesi solo per registrare la denuncia e altri quattro anni prima che l’uomo fosse rinviato a giudizio. La sentenza di primo grado è stata emessa oltre sei anni dopo la denuncia iniziale.Ancora più sconcertante è stato il verdetto della Corte d’appello, che ha assolto l’uomo per i fatti precedenti al 25 febbraio 2009 in quanto il reato di molestie non era ancora in vigore a quel tempo. Gli altri episodi successivi sono stati dichiarati prescritti, dimostrando le lacune del sistema giudiziario italiano in materia di violenza domestica.La condanna dell’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani rappresenta un campanello d’allarme sulle carenze del sistema giudiziario italiano, caratterizzato da ritardi e prescrizioni che spesso lasciano impuniti i colpevoli e privano le vittime di giustizia. È urgente rivedere le procedure legali per garantire una risposta tempestiva e adeguata alle vittime di violenza domestica, evitando così la chiusura prematura di casi significativi.

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