In Italia, la tradizione artigiana sta vivendo un periodo di profondo cambiamento e trasformazione. Il numero complessivo degli artigiani, che includono titolari, soci e collaboratori familiari impegnati in attività prevalentemente manuali, sta registrando un calo significativo. Se nel 2012 si contavano poco meno di 1.867.000 unità, nel 2023 questo dato è sceso drasticamente di quasi 410mila soggetti, con una diminuzione del 73mila solo nell’ultimo anno. Attualmente il totale si attesta intorno a quota 1.457.000, corrispondente a una diminuzione del 22%.Questo trend negativo solleva interrogativi sul futuro dell’artigianato in Italia e sulle cause di questa flessione così marcata. È evidente che il settore artigianale sta affrontando sfide significative legate alla competitività globale, all’innovazione tecnologica e alle nuove dinamiche del mercato del lavoro.Tuttavia, nonostante le difficoltà incontrate, l’artigianato italiano conserva un valore intrinseco insostituibile: la maestria artigiana tramandata di generazione in generazione, la cura per i dettagli e l’autenticità dei prodotti realizzati a mano sono elementi distintivi che continuano a suscitare apprezzamento sia a livello nazionale che internazionale.Per invertire questa tendenza al ribasso e sostenere il settore artigianale nel suo complesso, è necessario promuovere politiche mirate alla valorizzazione delle competenze artigiane, all’incentivazione dell’innovazione e della digitalizzazione nei processi produttivi tradizionali e alla creazione di opportunità formative per le nuove generazioni interessate a intraprendere la strada dell’artigianato.Solo attraverso un impegno congiunto tra istituzioni pubbliche, organizzazioni del settore e comunità locali sarà possibile preservare l’eredità culturale e economica dell’artigianato italiano e garantire un futuro sostenibile per questa preziosa forma di espressione creativa e lavorativa.
Crisi dell’artigianato in Italia: sfide e opportunità per il futuro
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