Sabato sera, a Rotondi, piccolo centro dell’Irpinia incastonato tra le colline del Partenio, un atto di violenza ha scosso la comunità e proiettato la piccola realtà locale sotto i riflettori.
Bartolomeo Esposito, figura di spicco nella politica locale in qualità di vice sindaco, è stato vittima di un’aggressione brutale, culminata in un pestaggio.
L’episodio, avvenuto all’interno di un bar del paese, solleva interrogativi profondi sulle dinamiche sociali e sulla crescente ondata di aggressività che sembra permeare anche i contesti più marginali e apparentemente tranquilli.
Al di là della cronaca, l’aggressione a Esposito assume una valenza simbolica: un attacco non solo alla persona, ma all’intera classe dirigente locale, a chi si fa carico della responsabilità di servire la collettività.
Le motivazioni dietro l’aggressione rimangono, al momento, avvolte nel mistero.
Le indagini, condotte dalle forze dell’ordine, mirano a chiarire l’identità degli aggressori e a ricostruire la sequenza degli eventi che hanno portato a questo violento episodio.
Si ipotizza, tra le varie piste investigative, un movente legato a questioni di natura personale, ma non si esclude la possibilità di un atto di natura politica, o comunque legato a dinamiche interne al tessuto sociale del paese.
L’Irpinia, e in particolare la zona del Partenio, ha una storia complessa, segnata da rivalità locali e, in passato, da fenomeni di criminalità organizzata.
Sebbene la situazione sia mutata significativamente negli ultimi anni, episodi come questo riportano alla luce le fragilità del territorio e la necessità di rafforzare i legami sociali e promuovere una cultura della legalità e del rispetto reciproco.
La notizia dell’aggressione a Bartolomeo Esposito ha destato sconcerto e preoccupazione tra gli abitanti di Rotondi e dell’intera provincia di Avellino.
Il sindaco e l’amministrazione comunale hanno espresso solidarietà al vice sindaco, augurandogli una pronta guarigione e condannando con fermezza l’atto di violenza.
L’episodio riapre un dibattito urgente: quello sulla sicurezza percepita nei piccoli comuni, sulla necessità di prevenire fenomeni di aggressività e bullismo, e sul ruolo della politica e delle istituzioni nel promuovere una società più giusta e pacifica.
La vicenda di Rotondi è un campanello d’allarme che richiede una risposta concreta e condivisa, a partire dalla comunità locale, per restituire al territorio un clima di serenità e fiducia.
La pronta guarigione di Bartolomeo Esposito e l’identificazione dei responsabili sono passi fondamentali per restituire dignità e sicurezza a Rotondi e a tutta la sua comunità.