L’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi ha compiuto un passo cruciale grazie al lavoro della perita Denise Albani, incaricata di eseguire accertamenti genetici irripetibili.
La sua analisi ha escluso la possibilità che il profilo genetico maschile riscontrato su una garza utilizzata per il prelievo di materiale biologico dalla bocca della vittima fosse il risultato di una contaminazione successiva, avvenuta durante le recenti manipolazioni del reperto.
Questo esito preliminare, di notevole importanza per l’attendibilità delle prove, deriva da un’accurata verifica incrociata.
La genetista ha confrontato il DNA ignoto, isolato dalla garza, con i profili genetici di tutte le persone che hanno avuto accesso diretto al campione all’interno del laboratorio forense.
Questo include i collaboratori della stessa Albani, figure chiave nell’esecuzione degli esami, e i consulenti tecnici nominati sia dalla difesa di Andrea Sempio, uno degli indagati, che dalla famiglia Poggi, rappresentata dall’esperto Marzio Capra.
Per escludere qualsiasi dubbio di contaminazione, a ciascuno di questi soggetti è stato eseguito un tampone oro-faringeo, prelevando il loro DNA per un confronto diretto.
La rigorosità del protocollo investigativo si è distinta per la sua selettività.
I consulenti legali di Alberto Stasi, un altro indagato, sono stati esclusi da questa fase di confronto diretto, rimanendo a osservare l’esame genetico attraverso una vetrata, una precauzione volta a limitare il potenziale rischio di interferenze.
L’indagine ora prosegue con un’ulteriore fase di analisi.
Al rientro della perita dalle ferie, il focus si sposterà sull’esclusione di altri possibili contributori genetici.
Saranno comparati i profili genetici di coloro che hanno partecipato alla documentazione fotografica della sala autoptica, e di eventuali assistenti del medico legale Marco Ballardini.
L’attenzione si concentrerà anche sull’infermiere che ha preparato il corpo di Chiara Poggi, dal quale la perita ha già identificato tracce di DNA sulla garza.
La natura non sterile della garza stessa rappresenta un elemento critico, suggerendo la possibilità di una contaminazione accidentale durante le procedure iniziali.
Questo dettaglio sottolinea l’importanza di valutare con estrema cautela ogni singolo elemento nella ricostruzione degli eventi e nella valutazione delle prove genetiche.
La completezza del processo di esclusione è fondamentale per garantire l’affidabilità delle conclusioni scientifiche e la giustizia del caso.