Un intricato sistema di appalti pilotati ha permeato il tessuto delle strutture carcerarie lombarde, emergendo ora in un quadro di indagini che coinvolge numerose istituzioni penitenziarie, tra cui le celebri carceri di Milano San Vittore e Opera. L’inchiesta, di portata rilevante, getta luce su una gestione opaca e capillare di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, lavori di ristrutturazione e opere edili, affidati sistematicamente a un ristretto numero di imprese, con contratti che hanno superato il valore di centinaia di migliaia di euro complessivi.L’elemento più sconcertante emerso è la potenziale assenza di una vera competizione: le gare d’appalto, formalmente previste per garantire la trasparenza e l’equità, sarebbero state in realtà un mero adempimento formale. L’indagine suggerisce che la selezione delle imprese aggiudicatrici fosse predeterminata, eludendo i principi fondamentali di concorrenza e rotazione degli incarichi.La presunta collusione, secondo le accuse, non si sarebbe limitata alla manipolazione delle procedure di gara. Si ipotizza un sistema di corruzione, con presunte tangenti versate a funzionari pubblici, responsabili degli uffici tecnici delle carceri e, possibilmente, a figure di riferimento a livello amministrativo, in cambio di favori e garanzie di aggiudicazione.Le implicazioni di questo sistema vanno ben oltre il mero danno economico. La qualità dei lavori eseguiti, spesso a basso costo e con materiali non conformi, avrebbe potuto compromettere la sicurezza e il decoro delle carceri, strutture in cui la dignità umana e la funzionalità degli spazi sono elementi imprescindibili. La compromissione dei protocolli di manutenzione potrebbe aver accentuato problemi strutturali preesistenti, esponendo detenuti e personale penitenziario a rischi concreti.L’inchiesta solleva interrogativi profondi sulla governance delle istituzioni penitenziarie e sulla vigilanza esercitata sugli appalti pubblici, evidenziando la necessità di una revisione radicale dei processi di selezione e controllo, e di un rafforzamento dei meccanismi di prevenzione della corruzione. La trasparenza, l’imparzialità e la concorrenza leale devono essere i pilastri fondamentali di ogni procedura di appalto, soprattutto in contesti delicati come quello carcerario, dove l’integrità del sistema penitenziario è garanzia di legalità e di rispetto dei diritti fondamentali. L’indagine, ancora in corso, mira a ricostruire la filiera di responsabilità e a quantificare l’entità dei danni arrecati, nel tentativo di ripristinare la fiducia nelle istituzioni e di garantire che simili pratiche non si ripetano in futuro.