sabato, 5 Luglio 2025
CronacaCuneo, via al processo per abusi...

Cuneo, via al processo per abusi nel carcere di Cerialdo

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Il Tribunale di Cuneo, presieduto dal giudice Edmondo Pio, ha convalidato l’invito a comparire in giudizio per tutti i quattordici individui coinvolti nell’inchiesta che ha scosso il carcere di Cerialdo, avviata nel corso del 2023. Questa decisione cruciale, che segna un passaggio formale verso il processo, accoglie le istanze della Procura e apre una fase complessa, destinata a fare luce su dinamiche potenzialmente gravi all’interno dell’istituzione penitenziaria.L’elenco degli indagati include sei agenti di polizia penitenziaria, a cui viene contestata l’accusa di tortura, una figura giuridica estremamente pesante e significativa, che implica un abuso intenzionale di potere e un trattamento crudele con l’obiettivo di infliggere sofferenza. Oltre a questi, figura l’ex comandante del carcere, Erminia Froio, accusata di omissione di atti d’ufficio, una responsabilità che la Procura attribuisce alla sua presunta mancata reazione o prevenzione degli abusi. Un medico è tra gli imputati, accusato di lesioni e falso, sollevando interrogativi sul suo ruolo nella gestione delle cure e sulla potenziale manipolazione di documentazione medica.Quattro degli imputati hanno optato per il rito abbreviato, una scelta che potrebbe comportare una riduzione della pena in caso di condanna, ma che implica anche la rinuncia ad alcuni diritti processuali. La prima udienza del processo, fissata per il 28 gennaio 2026, segnerà l’inizio di un lungo e articolato percorso giudiziario.L’inchiesta ha preso avvio dalle denunce di detenuti pakistani, le cui testimonianze hanno portato alla luce un quadro preoccupante di potenziali abusi. Al processo parteciperà anche Bruno Mellano, il garante regionale dei detenuti, figura istituzionale che ha il compito di tutelare i diritti dei detenuti e monitorare le condizioni di vita all’interno degli istituti penitenziari. La sua presenza a processo sottolinea l’interesse pubblico e l’importanza di una trasparente ricostruzione dei fatti.L’episodio più grave e al centro dell’attenzione è la presunta spedizione punitiva avvenuta nella notte tra il 20 e il 21 giugno 2023. Secondo l’accusa, un gruppo di agenti, alcuni dei quali sarebbero stati fuori servizio, avrebbe aggredito brutalmente con calci e pugni un gruppo di detenuti all’interno della cella 417 del padiglione Gesso. L’aggressione, si presume, sarebbe stata una risposta a una protesta pacifica di cinque reclusi, segnalando una escalation inaccettabile di violenza.Le indagini hanno inoltre ricondotto a una serie di altri episodi di violenza, verificatisi in un arco temporale più ampio, tra l’ottobre del 2021 e l’aprile del 2022, suggerendo un contesto di possibili abusi sistematici e una cultura potenzialmente permissiva all’interno del carcere. L’inchiesta solleva interrogativi cruciali sulla gestione del personale, la supervisione delle attività e il rispetto dei diritti fondamentali dei detenuti, elementi essenziali per il corretto funzionamento di un sistema penitenziario che dovrebbe mirare alla riabilitazione e non alla perpetuazione della sofferenza.

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