Nel cuore del Piemonte, la Guardia di Finanza di Asti ha compiuto un’azione che ha scosso la comunità degli appassionati di motori: la distruzione di un veicolo che, a una prima occhiata, poteva ingannare anche il più esperto conoscitore. Non si trattava, in realtà, di una vera Ferrari, ma di una Toyota MR2 Coupé, oggetto di un’ingegnosa – e illegale – trasformazione volta a riprodurre fedelmente l’iconica Ferrari F430, un’auto simbolo del design Pininfarina prodotta tra il 2004 e il 2009.L’operazione, culminata con la demolizione del veicolo, è il risultato di un’indagine avviata nel novembre del 2022, quando le Fiamme Gialle avevano eseguito un sequestro preventivo. L’inganno era sofisticato: il proprietario aveva investito tempo e risorse in una metamorfosi quasi totale dell’auto giapponese, sostituendo elementi estetici e, in parte, anche meccanici. Non si è trattato quindi di un semplice “body kit”, ma di un intervento ben più radicale che comprendeva la riproduzione degli stemmi, dei cerchi in lega, delle pinze freno, del cofano anteriore e posteriore, dei passaruota e persino del volante, tutti elementi accuratamente riprodotti per simulare l’aspetto inequivocabile della Ferrari.La vicenda solleva interrogativi complessi sull’intersezione tra passione automobilistica, contraffazione e proprietà intellettuale. La riproduzione di un veicolo, anche se realizzata con maestria artigianale, senza l’autorizzazione del produttore originale costituisce una violazione del diritto d’autore e della proprietà industriale, esponendo il responsabile a pesanti sanzioni. La difficoltà, in questi casi, risiede spesso nella valutazione del confine tra omaggio creativo e contraffazione deliberata, soprattutto quando si tratta di veicoli unici e personalizzati.La vicenda si è conclusa con il rigetto dei ricorsi presentati dal proprietario, sancendo la legittimità del sequestro e la conseguente demolizione del veicolo. L’azione delle Fiamme Gialle non solo testimonia l’efficacia dei controlli e la vigilanza delle autorità, ma serve anche da monito a coloro che, mossi dalla passione o dalla ricerca del profitto, tentano di eludere le normative in materia di proprietà intellettuale nel settore automobilistico, un ambito che coniuga arte, ingegneria e design in un connubio unico e prezioso. La distruzione dell’auto, seppur controversa, rappresenta una riaffermazione del rispetto per i diritti dei produttori e per il valore del lavoro creativo che si cela dietro un’icona come la Ferrari.