A Napoli, nel cuore storico del quartiere Loreto, è stata bloccata un’operazione che getta luce su un fenomeno sempre più diffuso: la proliferazione di strutture ricettive abusive, un’ombra sulla legalità e sulla sicurezza urbana. Gli agenti dell’Unità Operativa Tutela Edilizia della Polizia Locale hanno posto fine all’attività di una struttura alberghiera in costruzione, operazione delegata dalla Procura della Repubblica, in un immobile originariamente adibito a deposito e laboratorio di riparazione di elettrodomestici, in vico Gelso.La vicenda non si limita a un mero abuso edilizio, ma incarna una commistione complessa di problematiche urbanistiche, sicurezza delle costruzioni e, potenzialmente, attività criminali. L’intervento ha comportato una profonda trasformazione urbanistica, una radicale modifica della destinazione d’uso, senza l’acquisizione dei necessari titoli abilitativi: il permesso di costruire e le certificazioni in materia di sicurezza sismica e antincendio, imprescindibili per garantire la protezione della vita umana.L’edificio, articolato su cinque piani fuori terra e un piano interrato, presentava già un notevole grado di avanzamento nei lavori di riconversione. Gli spazi, precedentemente destinati a funzioni industriali, erano stati parzialmente trasformati in camere d’albergo e aree comuni, con evidenti segni di un’imminente apertura al pubblico. La promozione della struttura, apparentemente avviata online attraverso piattaforme specializzate e un sito web in costruzione, suggerisce una pianificazione accurata e l’intenzione di operare in forma commerciale, aggirando il sistema di controlli e permessi. L’identità dell’hotel, visibile su rendering interni, porte delle stanze e all’ingresso dell’edificio, testimonia la volontà di creare un’immagine professionale, in netto contrasto con la mancanza di fondamenta legali.L’operazione solleva interrogativi cruciali. Oltre alla violazione diretta delle normative urbanistiche, l’abuso edilizio compromette la stabilità strutturale dell’edificio, mettendo a rischio l’incolumità degli ospiti e dei residenti. La mancanza di certificazioni di sicurezza implica l’assenza di misure di prevenzione incendi, vie di fuga adeguate e sistemi di evacuazione efficienti. Si pone, inoltre, la questione della legittimità delle attività promozionali online, che potrebbero aver ingannato potenziali clienti, inducendoli a prenotare soggiorni in una struttura priva di autorizzazioni.Il committente dei lavori è stato deferito all’autorità giudiziaria, accusato di aver commesso reati in materia di edilizia e urbanistica. L’indagine mira a fare luce sulle dinamiche che hanno portato alla realizzazione di questa struttura illegale, identificando eventuali complici e valutando la presenza di una organizzazione dedita all’abuso edilizio. La vicenda è un campanello d’allarme che sottolinea la necessità di rafforzare i controlli urbanistici, intensificare le attività di prevenzione e promuovere una cultura della legalità nel settore turistico, per evitare che la crescita economica si traduca in un danno per la sicurezza e il decoro urbano. La vicenda apre un dibattito più ampio sulla gestione del patrimonio edilizio storico e sulle responsabilità di chi, in nome del profitto, sacrifica la sicurezza e il rispetto delle regole.