L’indagine genetica intrapresa nel caso Poggi si è posta un quesito cruciale: la natura del materiale biologico riscontrato su un campione di garza prelevato dalla cavità orale della vittima.
L’obiettivo primario è discernere, attraverso un’analisi comparativa, se tale traccia, identificata come profilo maschile isolato, rappresenti un artefatto contaminativo o, al contrario, riveli la presenza di un individuo non ancora identificato, denominato “Ignoto 3”, con un ruolo potenzialmente rilevante nelle dinamiche dell’evento.
La decisione di estendere l’analisi a un panel di circa trenta individui – un campione deliberatamente ampio – riflette la necessità di massimizzare la probabilità di escludere erroneamente un profilo come contaminazione.
La contaminazione, infatti, è una preoccupazione costante in qualsiasi indagine di profilazione genetica; la sua presenza può portare a conclusioni fuorvianti e compromettere l’integrità dell’intero processo investigativo.
Un numero elevato di confronti aumenta la certezza di poter distinguere un profilo genuino, appartenente a un soggetto coinvolto nel crimine, da uno derivante da una fonte esterna, come, ad esempio, il personale sanitario, i primi soccorritori o anche elementi ambientali.
L’approccio adottato non si limita a una semplice comparazione diretta.
Si stanno valutando, parallelamente, fattori statistici e metodologici cruciali.
La sensibilità del test utilizzato per l’estrazione del DNA, la potenziale presenza di inibitori che potrebbero distorcere i risultati, e la possibilità di frammentazione del DNA stesso vengono attentamente monitorati e controllati.
Si stanno ricostruendo le catene di custodia del campione, verificando ogni passaggio dalla raccolta alla conservazione, per escludere qualsiasi anomalia che possa aver compromesso la sua integrità.
L’identificazione di “Ignoto 3” non rappresenta semplicemente la ricerca di un nome e un cognome.
Si tratta di ricostruire un tassello fondamentale del puzzle investigativo, potenzialmente capace di illuminare le relazioni tra la vittima e i possibili responsabili, di rivelare moventi inattesi e di confermare o smentire ipotesi investigative.
La profilazione genetica, in questo contesto, non è un mero strumento tecnico, ma un potente strumento di ricerca della verità, capace di restituire voce a chi non può più parlare e di avvicinare la giustizia alla sua piena attuazione.
L’analisi dei profili di confronto, pertanto, viene condotta con la massima accuratezza e rigorosità scientifica, nel rispetto dei più elevati standard etici e legali, al fine di garantire la validità e l’affidabilità dei risultati ottenuti.