La vicenda di Anastasia e Andromeda, madre e figlia rinvenute senza vita in un parco romano, continua a intrecciare un groviglio di indagini e rivelazioni, avvolgendo la fuga in Grecia di Francis Kaufmann in un’ombra sempre più densa. La scomparsa del trolley, presumibilmente contenente effetti personali delle vittime, si configura come un tassello cruciale in un puzzle investigativo complesso, e le ricerche nelle acque del Tevere, incentrate sull’area di Ponte Garibaldi, riflettono la determinazione delle autorità a ricostruire l’intera dinamica.L’attenzione si concentra sull’ultimo avvistamento di Kaufmann, con una valigia che poi non portava con sé durante l’imbarco sul volo per Skiathos. Le indagini si estendono ora anche alle banchine fluviali, possibili nascondigli per il trolley scomparso, rivelando una pianificazione meticolosa nell’azione criminosa.Il quadro si allarga con la scoperta di un monolocale, residenza temporanea della famiglia a Campo de’ Fiori. L’inadempienza nel pagamento del soggiorno, segnalata dal proprietario, solleva interrogativi sulle modalità di gestione delle risorse da parte del gruppo e sulla loro intenzione di sottrarsi ai controlli.Nel frattempo, Kaufmann è nuovamente sotto scrutinio in Grecia, dove la Corte di Appello deve esaminare l’istanza di estradizione presentata dall’Italia, un passaggio cruciale per ripristinare la giustizia e fornire risposte alla comunità internazionale.L’eco del caso ha scosso anche il mondo della cultura, portando il Ministro della Cultura ad annunciare un inasprimento dei controlli sui finanziamenti cinematografici. L’obiettivo è arginare fenomeni di spreco e frode, garantendo che le risorse pubbliche siano destinate esclusivamente a progetti cinematografici meritevoli. Un’indagine approfondita su circa 200 opere, con il coinvolgimento della Guardia di Finanza, testimonia l’impegno del governo a salvaguardare l’integrità del sistema.Parallelamente, un’indagine interna esamina i protocolli di polizia applicati al controllo di Kaufmann e della sua famiglia a Roma. Il questore Massucci, consapevole dei potenziali errori procedurali, si impegna a comprendere le dinamiche che hanno portato a quelle decisioni operative. La sua analisi descrive la vicenda come un “disastro sistemico,” evidenziando una catena di omissioni che hanno condotto al tragico epilogo.Tuttavia, questa definizione ha suscitato forti reazioni all’interno del sindacato di polizia Coisp, che contesta l’utilizzo del termine “sistema” come strumento per scaricare responsabilità sugli agenti. Il segretario Pianese chiede chiarimenti e sottolinea la necessità di una valutazione oggettiva delle azioni intraprese dalle forze dell’ordine.La vicenda si configura quindi come un complesso intreccio di indagini giudiziarie, controlli finanziari e revisioni procedurali, ponendo interrogativi profondi sulla responsabilità individuale, la gestione delle risorse pubbliche e l’efficacia dei sistemi di sicurezza. La ricerca della verità e della giustizia, in questo caso, si estende ben oltre i confini nazionali, richiedendo un’analisi approfondita e una cooperazione internazionale.