L’inchiesta sulla scomparsa del piccolo Allen, svanito dal campeggio “Por la Mar” di Latte, frazione di Ventimiglia, venerdì sera poco prima delle ore 20, assume una nuova, delicata piega.
Al centro dell’attenzione, ora, si trova Pierluigi Dellano, un sessantatreenne residente nella stessa Ventimiglia, il quale si era precedentemente offerto come testimone, affermando di aver avvistato il bambino in circostanze successive alla sparizione.
La Procura della Repubblica di Imperia, guidata dal procuratore capo Alberto Lari, ha aperto un’indagine formale a carico di Dellano, formulando l’ipotesi di omissione di soccorso.
Questa decisione, conseguente alla presentazione di un dettagliato rapporto da parte delle forze dell’ordine, solleva interrogativi complessi riguardo al ruolo e alla responsabilità dell’uomo nel contesto della vicenda.
L’ipotesi di abbandono di minore, pur rimanendo una possibilità da verificare con rigore investigativo, sottolinea la gravità delle accuse che pendono su Dellano.
L’abbandono, in termini legali, non implica necessariamente un atto intenzionale, ma può configurarsi anche come una mancata assistenza in un momento di bisogno, qualora si fosse in una posizione di conoscenza e possibilità di intervenire.
La complessità dell’indagine risiede nella difficoltà di ricostruire con esattezza le dinamiche dell’avvistamento riferito da Dellano e, soprattutto, di stabilire se la sua condotta abbia effettivamente impedito o ritardato un intervento tempestivo a favore del bambino.
Le testimonianze, infatti, sono elementi cruciali, ma richiedono una verifica accurata e una valutazione critica, tenendo conto di fattori come la credibilità del testimone, le condizioni ambientali al momento dell’avvistamento e le possibili distorsioni della memoria.
L’indagine non si limita alla figura di Dellano, ma mira a ricostruire l’intera vicenda, esaminando ogni elemento che possa far luce sulla scomparsa del piccolo Allen.
Ciò include l’analisi delle dinamiche familiari, la verifica delle procedure di sicurezza del campeggio e l’esame di eventuali elementi di rischio preesistenti.
La vicenda solleva, inoltre, importanti questioni etiche e giuridiche relative alla responsabilità individuale e collettiva in situazioni di emergenza, evidenziando l’importanza di un comportamento attivo e responsabile da parte di ogni cittadino di fronte alla sofferenza altrui, specialmente quando si tratta di minori.
La ricerca della verità, in questo caso, non è solo una questione di giustizia per il bambino scomparso e la sua famiglia, ma anche un dovere nei confronti dell’intera comunità.