L’ondata di calore che sta investendo l’Italia si intensifica, con un’espansione geografica preoccupante e un’escalation delle temperature previste per il fine settimana. Il sistema di allerta “bollino rosso”, concepito per segnalare le aree più critiche, vedrà un aumento significativo delle località coinvolte, raggiungendo un totale di ventuno città a partire da domenica pomeriggio. Le previsioni indicano valori termici destinati a superare i quaranta gradi in diverse zone, accentuando il disagio e i rischi per la salute pubblica.Questo innalzamento delle temperature, unito alla persistente umidità e all’afa, non si traduce solo in un aumento del disagio percepito, ma si manifesta concretamente con un incremento delle richieste di soccorso al servizio di emergenza 118. L’aumento del 4% nelle ultime sette giorni è un campanello d’allarme che sottolinea la crescente pressione sul sistema sanitario e la necessità di misure preventive più efficaci. Tale incremento non è semplicemente un dato statistico, ma riflette un aumento di malori dovuti a colpi di calore, disidratazione e aggravamento di patologie preesistenti, soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione: anziani, bambini e persone con problematiche cardiovascolari o respiratorie.La situazione ha generato un’ondata di richieste provenienti dai sindacati a livello nazionale. Dal nord al sud, le organizzazioni sindacali invocano l’emanazione immediata di ordinanze anti-caldo. La proposta principale è quella di sospendere le attività lavorative durante le ore più calde e nelle zone più esposte al rischio, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Questa richiesta, che si articola in una richiesta di intervento normativo urgente, evidenzia una crescente consapevolezza della necessità di proteggere il diritto alla salute dei lavoratori, spesso costretti a operare in condizioni ambientali estreme.Tuttavia, l’emergenza mette in luce anche una questione più ampia: l’adeguamento delle infrastrutture urbane e la necessità di politiche di mitigazione del calore a lungo termine. L’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore, un fenomeno amplificato dai cambiamenti climatici, richiede un ripensamento profondo della progettazione urbana, con investimenti in aree verdi, sistemi di raffrescamento passivo e strategie di gestione dell’acqua. È necessario considerare anche l’impatto sociale ed economico di queste ondate di calore, soprattutto per le categorie più deboli che spesso vivono in abitazioni non adeguate e con accesso limitato a risorse per affrontare il caldo. La risposta all’emergenza non può limitarsi a misure emergenziali, ma deve abbracciare una visione integrata che comprenda la prevenzione, l’adattamento e la riduzione delle emissioni di gas serra, per contrastare le cause profonde del cambiamento climatico e garantire un futuro più sostenibile per tutti.