Un’ondata di calore implacabile sta attanagliando l’Europa meridionale, con temperature che si attestano intorno ai 43°C in Spagna e nel sud del Portogallo, e superano i 40°C in Francia e in Italia. L’impennata termica, che ha raggiunto picchi di 46°C nel fine settimana, mette a dura prova la resilienza dei sistemi sanitari e solleva interrogativi urgenti sulla protezione dei lavoratori esposti.La Toscana, le aree interne della Sardegna e la Lombardia, in particolare, si trovano a fronteggiare un carico termico eccezionale. In risposta a questa emergenza, il presidente lombardo Attilio Fontana ha emesso un’ordinanza che introduce misure protettive significative: sospensione delle attività lavorative all’aperto per le categorie più vulnerabili – edilizia, cave, agricoltura e florovivaismo – tra le 12:30 e le 16:00, quando il rischio, monitorato attraverso il sistema Workclimate, raggiunge il livello “alto”. Un provvedimento simile è stato adottato anche in Emilia-Romagna, regione che, tragicamente, ha subito la prima vittima di questa ondata di calore.Ait El Hajjam Brahim, un uomo di 47 anni di origine marocchina, è deceduto a San Lazzaro a causa di un malore mentre lavorava in un cantiere scolastico. Questo decesso, oltre a rappresentare una perdita umana incommensurabile, funge da campanello d’allarme. Evidenzia la necessità impellente di rafforzare le misure di sicurezza e di sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di garantire condizioni di lavoro sicure in periodi di stress termico estremo.L’incidente pone interrogativi complessi riguardo alla corretta applicazione delle normative esistenti e all’efficacia dei sistemi di monitoraggio del rischio termico. La legge italiana prevede già l’obbligo per i datori di lavoro di valutare i rischi legati al calore e di adottare misure di prevenzione, come la fornitura di acqua potabile, la sospensione delle attività in orari critici e la formazione dei lavoratori. Tuttavia, la tragica morte di Ait El Haj sottolinea la necessità di un approccio più proattivo e di controlli più rigorosi.La situazione attuale non è solo un fenomeno meteorologico transitorio, ma riflette un problema sempre più grave e persistente. Il cambiamento climatico sta intensificando e prolungando le ondate di calore, rendendo inevitabili misure di protezione ancora più incisive. La protezione della salute dei lavoratori deve essere considerata una priorità assoluta, e richiede un’azione concertata che coinvolga istituzioni, imprese e lavoratori, con azioni concrete per i seguenti aspetti:* Miglioramento dei sistemi di monitoraggio: L’ Workclimate è necessario.* A* Maggiore formazione: per i lavoratori.