Un’ondata di calore senza precedenti sta investendo la penisola iberica e l’Italia, con temperature che superano i 40°C in molte regioni. La Spagna, in particolare, ha registrato picchi di 43°C, a seguito di un sabato ancora più torrido con 46 gradi. Anche il Portogallo meridionale soffre la morsa dell’afa. In Francia, e soprattutto in Italia, le ondate di calore si fanno sentire con particolare intensità, colpendo aree come la Toscana e le zone interne della Sardegna, ma anche la Lombardia, dove l’emergenza ha spinto il Presidente Attilio Fontana ad emanare un’ordinanza cruciale per la tutela della salute dei lavoratori.La misura, in vigore dal 2 luglio al 15 settembre, sospende le attività lavorative all’aperto – in settori vitali come l’edilizia, le cave, l’agricoltura e la produzione di piante ornamentali – nelle fasce orarie più critiche, tra le 12:30 e le 16:00, esclusivamente quando il sistema di monitoraggio del rischio climatico “Workclimate” segnala un livello di allerta “alto”. Questa decisione, pur impattando sull’economia, riflette una crescente consapevolezza dei pericoli legati al cambiamento climatico e alla necessità di proteggere la forza lavoro.L’Emilia-Romagna, duramente colpita, è purtroppo teatro di una tragica conseguenza: la morte di Ait El Hajjam Brahim, un uomo di 47 anni di origine marocchina, deceduto a causa di un malore mentre era impegnato in lavori all’aperto in un cantiere scolastico a San Lazzaro. Questo episodio drammatico sottolinea l’urgenza di misure preventive più efficaci e di una maggiore sensibilizzazione sui rischi connessi all’esposizione prolungata al calore estremo.Oltre alle ordinanze e alle misure di protezione, l’evento solleva interrogativi fondamentali sulla vulnerabilità delle fasce lavorative più esposte, come gli operai edili, gli agricoltori e i braccianti, spesso privi di adeguate risorse per affrontare l’emergenza climatica. La questione si estende anche alla necessità di ripensare l’organizzazione del lavoro, favorendo orari flessibili e l’adozione di tecnologie innovative che riducano l’esposizione al calore. La morte di Ait El Hajjam Brahim non deve essere dimenticata e deve stimolare un impegno collettivo per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose, anche – e soprattutto – in un contesto climatico in rapida evoluzione. La sfida è quella di coniugare la produttività economica con la tutela della salute umana, riconoscendo il diritto fondamentale a un ambiente di lavoro sicuro e protetto dalle estreme conseguenze del cambiamento climatico.