La serenità di Piazza San Marco, scenario iconico di Venezia, è stata interrotta da un’azione di protesta che ha visto coinvolgere un gruppo di attivisti in segno di dissenso nei confronti delle celebrazioni per il matrimonio di Jeff Bezos. L’evento, celebrato in location private dell’isola, ha catalizzato l’attenzione di un collettivo che ha scelto il cuore della città lagunare per esprimere la propria opposizione, intrecciando tematiche globali e locali.La manifestazione, composta da circa venti persone, si è materializzata di fronte alla maestosa Basilica di San Marco, trasformando il sito storico in un palcoscenico di contestazione. Cartelli improvvisati, raffiguranti banconote e recanti slogan critici nei confronti del miliardario americano, si sono eretti a simboli di una disuguaglianza percepita. Parallelamente, messaggi di solidarietà e richieste di pace per il popolo di Gaza hanno permeato l’aria, sottolineando un legame tra la ricchezza individuale e le sofferenze collettive.L’azione di protesta si è intensificata con la presenza di due figure in abiti nuziali, poste su un piedistallo, elemento visivo che mirava a satirizzare l’opulenza delle celebrazioni e a sollevare interrogativi sul significato stesso del matrimonio in un contesto di crisi globale. Un momento di particolare tensione si è verificato quando due attivisti hanno tentato di scalare i pilastri portabandiera che affiancano la basilica, gesto simbolico volto a rivendicare uno spazio pubblico da logiche di privilegio e esclusione.L’intervento delle forze dell’ordine ha portato al fermo dei due manifestanti, che hanno reagito con resistenza passiva, sdraiandosi a terra per ostacolare la loro rimozione. L’episodio ha generato un breve stallo, con la necessità di gestire la situazione nel rispetto delle normative e garantendo la sicurezza di tutti i presenti. L’identificazione dei manifestanti è stata successivamente completata presso il posto di polizia della piazza.L’azione di protesta, pur breve, ha acceso un dibattito più ampio sulla responsabilità sociale dei più ricchi, sull’impatto delle celebrazioni opulente in un mondo segnato da disuguaglianze e conflitti, e sul ruolo della città di Venezia come meta turistica di lusso e potenziale collante per dinamiche sociali complesse. L’episodio pone interrogativi sul diritto di protesta e sull’equilibrio tra libertà di espressione e ordine pubblico, lasciando un’eco di contestazione nel panorama storico di Piazza San Marco.