La scoperta di resti scheletrici in un contesto fluviale, avvenuta oggi a Molassana, nel territorio comunale di Genova, ha generato un’ondata di attività investigativa e solleva interrogativi che spaziano dall’identificazione della persona alla ricostruzione delle circostanze che hanno portato al deposito dei resti. La segnalazione, giunta da un passante che percorreva la zona di congiunzione tra il torrente Geirato e il più ampio torrente Bisagno, ha immediatamente innescato un complesso intervento delle forze dell’ordine.La scena, complice la conformazione geografica del luogo, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, la cui perizia si è rivelata indispensabile per accedere alla zona impervia dove giacevano i resti. La delicatezza dell’operazione di recupero era fondamentale, non solo per preservare l’integrità dei reperti, ma anche per evitare di contaminare potenziali tracce biologiche che potrebbero fornire indizi cruciali.Le prime analisi descrittive, effettuate sul posto dalla polizia scientifica, suggeriscono che si tratti di un teschio e della porzione superiore del tronco scheletrico. L’estrazione dei resti è stata condotta con la massima attenzione, al fine di garantire la loro corretta conservazione e la possibilità di effettuare esami diagnostici avanzati.L’identificazione della persona rappresenta la priorità assoluta. I resti saranno sottoposti a una serie di esami antropologici e genetici. L’analisi antropologica, condotta da esperti in osteobiografia, permetterà di ricostruire il sesso, l’età al momento della morte, l’altezza e, in alcuni casi, anche caratteristiche fisiche particolari. L’analisi del DNA, invece, fornirà il materiale genetico necessario per confrontare il profilo estratto con i database nazionali e internazionali, con la speranza di identificare l’individuo.Oltre all’identificazione, le indagini si concentreranno sulla ricostruzione delle dinamiche che hanno portato al deposito dei resti nel torrente. La posizione del ritrovamento, la presenza di eventuali tracce di traumi scheletrici e l’analisi del materiale biologico potranno fornire elementi utili per determinare se si tratti di una morte naturale, di un incidente o di un evento più complesso. La conformazione del torrente, il suo regime idrico e la presenza di eventuali ostacoli o anse potrebbero aver contribuito a mascherare o a modificare la scena del crimine.L’intervento della squadra mobile, unitamente alla collaborazione con la procura della repubblica, è essenziale per coordinare le indagini e valutare l’eventuale necessità di ulteriori accertamenti, come la ricerca di testimoni o la consultazione di archivi storici e demografici. La ricostruzione del passato di questa persona, ora ridotta a scheletro, è una sfida complessa, ma fondamentale per restituirle un nome e una storia, e per fare luce sulle circostanze della sua morte.