Il 2 settembre 2023, la comunità di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, è stata sconvolta dalla tragica scoperta del corpo di Aurora Savino, una neonata di pochi mesi. Le indagini preliminari, avviate immediatamente, hanno rivelato un quadro desolante: il corpo della piccola presentava un complesso e diffuso quadro di lesioni, che andavano ben oltre i comuni segni di una morte naturale.Esaminando attentamente le lesioni riscontrate dal personale medico legale, è emerso un pattern di traumi che suggeriva abusi e maltrattamenti ripetuti. Oltre a ecchimosi estese su diverse aree del corpo, inclusa la regione dorsale, si sono rivelate ustioni di varia entità, indicatori di una sofferenza prolungata e di una negligenza gravissima. Queste ferite, a differenza di un evento isolato, indicavano una sequenza di atti violenti, perpetrati presumibilmente all’interno del contesto familiare.La scoperta ha immediatamente scatenato un’ondata di dolore e sconcerto, amplificata dalla fragilità della vittima, incapace di difendersi e di esprimere il proprio dolore. L’evento solleva interrogativi profondi sulla protezione dei minori, sulla responsabilità genitoriale e sui meccanismi di controllo sociale che dovrebbero intercettare segnali di pericolo.L’indagine, attualmente in corso, si concentra sulla ricostruzione dettagliata degli eventi che hanno preceduto la morte di Aurora, con particolare attenzione al ruolo dei genitori e all’eventuale coinvolgimento di altre persone. Gli inquirenti stanno esaminando attentamente la documentazione medica, i tabulati telefonici e i rapporti sociali della famiglia, alla ricerca di elementi che possano chiarire le dinamiche che hanno portato a questa immane tragedia.Il caso di Aurora Savino non è solo una vicenda privata, ma un campanello d’allarme che chiama in causa l’intera società a riflettere sulle responsabilità collettive nella tutela dei diritti dei bambini. La sua morte, una perdita irreparabile, rappresenta un monito a rafforzare i sistemi di protezione dell’infanzia, a promuovere una cultura della responsabilità e a garantire che nessun altro piccolo innocente debba subire un destino simile. La giustizia, in questo caso, assume un significato ancora più profondo: onorare la memoria di Aurora e impedire che la sua storia si ripeta. L’attenzione delle istituzioni e della collettività è ora focalizzata sul garantire che la verità venga a galla e che i responsabili siano chiamati a rispondere delle loro azioni.